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Il governo regala il nostro 8 per mille ai profughi

Matteo Legnani
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I primi soldi che Matteo Renzi ha deciso di stanziare dopo la pausa estiva saranno quelli per gli immigrati. Al consiglio dei ministri di ieri infatti è approdato un decreto straordinario per ripartire il poco che resta allo Stato dell'8 per mille 2014 per dare vitto e alloggio agli immigrati che stanno sbarcando sulle coste italiane. Si tratta dei fondi che residuano dalle scelte fatte dagli italiani con la loro dichiarazione dei redditi dopo avere destinato alla Chiesa cattolica o a una delle altre confessioni riconosciute dallo Stato l'otto per mille della propria Irpef. La quota statale dovrebbe essere usata per i beni culturali, per le calamità naturali, per interventi straordinari per combattere la fame nel mondo, per l'edilizia scolastica e anche per l'assistenza a rifugiati. Le procedure - È grazie a questa ultima possibilità che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scelto di dare quel che resta - che non è molto, poco più di 6,7 milioni di euro - agli immigrati che stanno sbarcando sulle coste italiane, anche se non si è affatto certi che si tratti di rifugiati in senso tecnico (unica categoria a cui parte dei fondi può essere destinata). Come è noto le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato sono molto dettagliate e con un iter assai lungo. Renzi ha comunque deciso di pagare con l'otto per mille «l'accoglienza, la sistemazione, l'assistenza sanitaria e i sussidi previsti dalle disposizioni vigenti», assicurando i fondi anche «a coloro che hanno fatto richiesta di protezione internazionale, purché privi di mezzi di sussistenza e ospitalità in Italia». Se poi si tratterà di immigrati clandestini, pazienza. Il conto è comunque saldato, e giustificato - dice il decreto - dalla «nota del Ministero dell'Interno n.10246 del 5 agosto 2015 che individua i predetti casi di eccezionalità, necessità e urgenza nell'instabilità politica dell'area del Mediterraneo e nella presenza di zone di conflitto armato che hanno accresciuto i flussi migratori provenienti dall'Africa Sub-Sahariana e dal Medio Oriente verso lo Stato italiano». Il governo italiano giustifica lo stanziamento straordinario con il più classico dei «ce lo chiede l'Europa». Spiega infatti che «risultano in accoglienza, presso i centri governativi, le strutture temporanee nel Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar) e nelle strutture per i minori, oltre 100.000 persone e che le risorse attualmente disponibili per far fronte a tali esigenze umanitarie sono insufficienti». Servono dunque risorse finanziarie per «il rafforzamento del Piano nazionale per fronteggiare il Busso straordinario di cittadini extracomunitari, sancito nell'Intesa della Conferenza Unificata del 10 luglio 2014». Si stanziano così «euro 6.716.279,40», spiegando in modo un po' forzato che «tale somma consente di evitare la violazione del trattato internazionale relativo alla Convenzione EDU che comporterebbe un maggior aggravio di risorse finanziarie a carico del bilancio dello Stato». Beneficiari - La somma per accudire gli immigrati con questa nuova versione di concordato «Stato-clandestini» sarà versata al «sistema di interventi del Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati e, conseguentemente, al Fondo nazionale per le politiche ed i servizi di asilo in esecuzione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo ed in relazione a quanto previsto nella Intesa di cui in premessa». di Franco Bechis

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