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L'autobus è in ritardo? Ti rimborsano. Ma sono in arrivo multe salatissime

Lucia Esposito
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Rimborso del biglietto dell' autobus se il mezzo ritarda oltre i 30 minuti, poliziotti a fare da controllori (a spese della società di gestione però), e fino a 200 euro di multa a chi viaggia a sbafo. Sono questi i pilastri del futuro decreto legislativo di riorganizzazione dei servizi pubblici locali, che si occupa anche di trasporto pubblico. A dirla tutta l' intervento era già previsto nell' ambito del testo unico attuativo della riforma Madia (ma il testo non è ancora definitivo). La vera novità è che viene fissato anche un limite di tempo oltre il quale, se il mezzo pubblico arriva in ritardo, l' utente ha diritto al rimborso del prezzo del biglietto. In caso di abbonamenti il pagamento è pari alla percentuale giornaliera del loro costo completo.  Insomma, sul futuro rinnovo si dovrebbe avere uno sconto in quota giornaliera per ogni disservizio accertato (costo dell' abbonamento diviso per i giorni di fruizione, meno il giorno di ritardo acclarato).  Il decreto - o meglio la bozza - è ancora per aria che già le associazioni di categoria puntualizzano: «Sono giuste penalità quando i ritardi dipendono da nostre inefficienze, ma quando dipendono da contesti più generali non vorremmo pagare per scelte che dipendono da altri», scandisce Massimo Roncucci, presidente dell' Asstra, l' Associazione che riunisce le aziende di Trasporto pubblico locale, a meno che si verifichino eventi imprevedibili, calamità o scioperi. «Si tratta di vedere come viene formulata la norma», puntualizza Roncucci, «se il bus è in ritardo perché si rompe è giusto che paghiamo noi, ma se resta fermo nel caos del traffico perché la viabilità non prevede corsie preferenziali o a causa della pianificazione, è difficile addossare a noi la responsabilità». Insomma, la norma ancora non c' è che si snocciolano già i casi in cui non si avrà diritto neppure al rimborso del biglietto giornaliero.  Ben più dettagliato al momento, invece, il capitolo di dissuasione all' evasione tariffaria: scorrendo l' articolo 26 della bozza del provvedimento, sulla lotta all' evasione, viene raccomandato agli utenti di convalidare il biglietto ad ogni singolo accesso ai mezzi di trasporto utilizzarlo, e di conservarlo anche per la durata del percorso. La sanzione pecuniaria verrà decisa con legge regionale ma in assenza di questa, «è pari a sessanta volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro». Altra novità del provvedimento è l' ambito di operatività degli «agenti accertatori», i cosiddetti controllori, che avranno la qualifica di pubblico ufficiale ed esibendo apposito tesserino avranno il potere anche di richiedere l' esibizione di un valido documento di identità qualora intercettino qualcuno senza biglietto. Qualora gli eventuali trasgressori rifiutino di fornire le proprie generalità, faranno da prova i video fatti dalle telecamere presenti sui mezzi e sulle banchine di fermata. Per quanto riguarda nel dettaglio il meccanismo dei rimborsi, la bozza del provvedimento stabilisce che «quando un servizio di trasporto pubblico locale subisce una cancellazione o un ritardo superiore a sessanta minuti alla partenza dal capolinea o da una fermata, oppure di trenta minuti per i servizi di trasporto svolti in ambito urbano, i passeggeri hanno diritto al rimborso del prezzo del biglietto». Fanno eccezione ovviamente i casi di calamità naturali, di scioperi o di «altre emergenze imprevedibili». Il rimborso copre il costo completo del biglietto al prezzo a cui è stato acquistato. L' evasione tariffaria per le società di trasporto pubblico è imponente. Secondo l' Asstra le società perdono ogni anno complessivamente 400 milioni. In media , il 20% dei passeggeri viaggia senza biglietto. Non va meglio con l' incasso delle contestazioni: appena il 30% delle multe elevate viene effettivamente pagato. Insomma, sette su dieci restano inevase, con conseguente danno alle casse delle amministrazioni locali. A rendere più pressante la contestazione e la sanzione potrebbero contribuire i poliziotti: il Viminale potrebbe mettere a disposizione «agenti ed ufficiali aventi qualifica di polizia giudiziaria, secondo un programma di supporto agli agenti accertatori» per periodi non superiori ai 3 anni e con copertura dei costi a carico dell' ente che ne fa richiesta.  Peccato che le forze dell' ordine siano già sotto organico per i normali compiti di sicurezza.

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