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Test negativo sui ravioli NestléNon c'è traccia di carne equina

Dna di cavallo è stato invece trovato nelle lasagne alla bolognese marchiate "Primia" di Bologna

Nicoletta Orlandi Posti
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  Non è stata rilevata traccia di Dna equino nella carne bovina macinata cotta e surgelata della Nestlè sequestrata il 21 febbraio scorso dai Nas. Lo comunica il Ministero della Salute. Le analisi dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino su tutti i campioni di carne prelevati allo stabilimento SAFIM di None (TO) hanno dato esito negativo. I risultati sono stati notificati ufficialmente e di conseguenza verrà disposto il dissequestro della carne.  Dna equino nelle lasagne - Diverso invece l'esito degli esami sulle lasagne Primia. L'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna ha comunicato il riscontro di positività per carni equine, non dichiarate in etichetta, in un campione di lasagne surgelate prelevate dal NAS di Brescia, in applicazione del monitoraggio disposto dal Ministero della Salute, in un supermercato di Brescia. Il DNA equino, riferisce il ministero, è stato rinvenuto nelle "Lasagne alla bolognese" da 600 grammi, lotto n. 12326 con scadenza 23 maggio 2014, prodotte e confezionate dalla ditta PRIMIA di San Giovanni in Persiceto (BO).  Il problema sono gli ormoni e gli steroidi - Non è la carne di cavallo in sè che fa male, ma quello che può contenere in caso provenga da animali non controllati, magari vecchi cavalli da corsa "in pensione" e poi macellati: steroidi, ormoni, farmaci, che finirebbero dritti nel piatto. E' l'allarme lanciato dal nutrizionista Giorgio Calabrese, docente di Alimentazione e Nutrizione umana alla Cattolica di Piacenza, in merito allo scandalo degli alimenti a base di carne di manzo dove sono state trovate tracce di carne equina. "E' urgente applicare la tracciabilità di tutte le carni, cavallo compreso", avverte Calabrese. "I cavalli non allevati per la macellazione - spiega l'esperto - sono imbottiti di farmaci, di ormoni, di steroidi. Nelle macellerie equine, di cui in Italia siamo ricchi contrariamente dell'Inghilterra dove non mangiano cavallo, le carni sono controllate e tracciate, ma in questo caso, una gravissima frode alimentare, noi non sappiamo questa carne equina da dove viene, ha fatto troppi passaggi: Romania, Olanda, Portogallo, ancora Olanda, Gran Bretagna... Non sappiamo se questa carne è stata addizionata con sostanze tossiche, e non sappiamo come sono stati allevati gli animali, se erano da macello o da corsa. Il rischio per i consumatori - conclude Calabrese - non è nella carne di cavallo in sè, ma nei mancati controlli. Per questo è fondamentale che tutti gli alimenti siano etichettati e tracciati dall'allevamento degli animali alla nostra tavola".  

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