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Artom: "La ricetta di Casaleggio e 5 Stelle, basta dare soldi ai cassintegrati, le aziende falliscano serenamente"

Giulio Bucchi
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  Il ministro del Welfare Elsa Fornero l'ha detto chiaro e tondo: "Per finanziare i fondi per la cassa integrazione in deroga serve un miliardo di euro, e forse non basta neppure". Un miliardo di euro? Troppo, meglio togliere i soldi a quelle aziende in difficoltà, facendole fallire, per destinare il tesoretto ad altri progetti. Per esempio il reddito di cittadinanza. A sostenerlo, citando nientemenoche Gianroberto Casaleggio, è il rappresentante della rete di imprenditori Confapri Arturo Artom. Intervistato dall'HuffingtonPost.it, l'imprenditore che si è detto stupito dalla capacità di "Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle di ascoltare le nostre proposte" riferisce entusiasta quanto gli avrebbe detto lo stesso Casaleggio, il visionario guru di Grillo e dei 5 Stelle: "A fine giugno scadrà la cassa integrazione straordinaria. Invece di spendere quei soldi, e molti altri ancora, per cercare di salvare aziende in difficoltà, bisogna lasciarle fallire serenamente. Così si eviterebbe di buttare soldi inutilmente, e li si potrebbe investire per il reddito di cittadinanza. Noi condividiamo quest'ottica strategica, ma per realizzarla bisognerà cambiare la mentalità del mondo del lavoro italiano". Le proposte: Irap e debiti della Pa - Oggi Artom e Casaleggio si incontreranno nuovamente, a Torino, per mettere a punto le strategie economiche che il M5S proverà a portare avanti in Parlamento. "Sono destinate a tutti i partiti - precisa Artom -, ma la cassa di risonanza maggiore l'abbiamo avuta nel Movimento 5 Stelle", cominciando da quel famoso incontro a porte chiuse con Grillo e Casaleggio a Treviso, due settimane prima delle elezioni. L'intesa tra Artom e Casaleggio parte da lontano: per esempio, "dal taglio della spesa pubblica". Rinunciando a 43 milioni di rimborsi, spiega ancora l'imprenditore, i 5 Stelle hanno provocato un "effetto a valanga" sugli altri partiti, da Scelta civica al Pd. A Casaleggio, Confapri proporrà misure per abbattere l'Irap nel giro di tre anni, "la possibilità per chi emette fattura la saldi solo all'effettiva ricezione di quanto corrisposto", il rimborso completo dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese entro 3 anni, "anche attraverso meccanismi pro-soluto tramite la Cassa depositi e prestiti". La decrescita felice - La chiave, in ogni caso, è una rivoluzione filosofica, sempre nell'ottica della decrescita felice teorizzata da Grillo e Casaleggio. Smettere di foraggiare aziende di fatto già moribonde, per cui la cassa integrazione è l'ultimo passo formale prima del fallimento, e riservare i soldi così "risparmiati" a progetti futuribili. Come il reddito di cittadinanza, appunto. Il problema è convincere quei circa 500mila lavoratori che a giugno rischiano di rimanere senza nemmeno mezzo stipendio (la stima sulla Cig è del segretario Cgil Susanna Camusso) ad avere un po' di pazienza, confidando nel Sol dell'avvenire grillino.  

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