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La Carrozza dice "basta ai compiti per le vacanze, sono inutili"

Il ministro dell'istruzione vuole meno "versioni di latino e greco per i ragazzi durante i mesi estivi". Ma il dibattito è aperto: meglio una lettura una traduzione dal "De Bello Gallico"?

Ignazio Stagno
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Ore 7 e 30 del 10 settembre di un anno qualsiasi. Zaino in spalla, tutti in fila davanti alla cartoleria per avere le fotocopie delle versioni di latino e greco già tradotte dalla secchiona o dal secchione di turno durante l'estate. Durante i mesi estivi i due macigni, i dizionari come "IL" per il latino e il "Rocci" per il greco, erano solo un ricordo. Tanto poi i compiti per le vacanze si risolvevano appunto con quattro fotocopie. Ora anche il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza si è accorta della poca efficiacia di quelle consegne lasciate ai ragazzi durante i mesi estivi. Basta compiti - Così in un'intervista al Messaggero lancia una provocazione: "Basta compiti per le vacanze". ”Non serve a niente imporre tonnellate di versioni di latino o decine di problemi da risolvere. Vengono smaltiti meccanicamente, senza concentrazione”, ha affermato il ministro. Poi propone un'alternativa: "Piuttosto, aggiunge, ”sarebbe bello che a ogni ragazzo fosse fornita una lista di libri perché selezioni le sue letture delle vacanze”. Come dire meglio un bel Montalbano o un Verga sotto l'ombrellone, magari con una bibita fresca come optional, che la schiena curva e i nervi tesi per tradurre il De Bello Gallico. Giusto abolire i compiti delle vacanze? Vota il sondaggio Sadiche torture? -  Si apre il dibattito. Da decenni gli studenti di tutta Italia, a chiusura dell'anno scolastico, ricevono una "black list" di compiti da svolgere durante i 3 mesi di vacanze estive. Ripassi, anticipazioni dei nuovi programmi oppure sadiche torture a base di versioni, esercizi algebrici o esercitazioni di lingua inglese, del tipo "the pen is on the table". Così poi arriva la spiaggia, il lido giusto, lo sguardo inaspettato e bunanotte a tutti i compiti per le vacanze. Meglio crescere su altri fronti, d'estate. Piena adolescenza e poca voglia di stazionare nei pomeriggi di luglio e agosto sul paradigma di "fero, fers, tuli, ..." Ma qualcuno potrebbe pure non essere d'accordo con il ministro. I compiti spesso vengono assegnati con la solita giustificazione: "Così vi tenete in allenamento anche in estate". Come se il cervello fosse un muscolo dell'avambraccio. Certo stare tre mesi senza Platone e Cesare che ti fanno scendere la gocciolina di sudore sulla fronte non è facile. Poi a settembre ti ritrovi a balbettare solo "rosa, ae etc..". Il grande dilemma resta. Meglio una lettura sulla sdraio o una versione di latino? A vincere comunque è sempre la spiaggia. (I.S.)  

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