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Ingroia indagato per violazione di segreto istruttorio: a incastrarlo il boss Provenzano

L'ex pm avrebbe passato ai giornalisti del Fatto i contenuti di un interrogatorio a "zu Binnu". L'inchiesta nasce dall'esposto del legale del capo-mafia

Roberto Procaccini
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Da grande inquisitore a inquisito. La metamorfosi di Antonio Ingroia è completa. La procura di Caltanissetta lo ha iscritto nel registro degli indagati per violazione di segreto istruttorio. L'ex pm di Palermo avrebbe passato al Fatto Quotidiano dell'amico Marco Travaglio i contenuti di un interrogatorio col boss della mafia Bernardo Provenzano. L'inchiesta nasce dall'esposto presentato dai figli di Zu Binnu (Angelo e Francesco Paolo) attraverso il legale Rosalba Di Gregorio. Sotto la lente degli investigatori un articolo pubblicato sul Fatto il 5 giugno 2012 a firma di Sandra Rizza (sentita dai magistrati di Caltanissetta). Nell'articolo l'autrice fa riferimento ai contenuti dell'interrogatorio che Ingroia condusse il 31 maggio 2012 con Provenzano, due giorni prima che lo stesso interrogatorio fosse trascritto in cancelleria. L'incontro tra Ingroia  (con lui l'ex procuratore Ignazio De Francisci, la cui responsabilità è però esclusa) e Provenzano seguì la notizia di un presunto tentativo di suicidio del boss. "Solo i pm - spiega l'avvocato Di Gregorio - potevano avere raccontato i particolari dell'incontro alla stampa". La sua tesi sarebbe avvalorata dalla circostanza che nel pezzo del Fatto sono riportate le impressioni dei due magistrati sullo stato di salute di Provenzano. Il precedente con Berlusconi - Accuse simili ad Ingroia (ma non formalizzate in sede giudiziaria) le ha rivolte Silvio Berlusconi. La sequenza fu la stessa. Il cavaliere fu sentito dall'ex pm di Palermo come testimone nell'ambito del processo Dell'Utri ai primi di settembre 2012. Il 7 dello stesso mese il Fatto Quotidiano apriva in prima pagina con i retroscena dell'interrogatorio. Berlusconi puntò il dito contro Ingroia: "E' stato lui a parlare con la stampa". Povero Ingroia - "Una fantasia totale": è l'unico commento che Ingroia si è lasciato sfuggire sulla sua iscrizione al registro degli indagati. Certo non si può dire che, da quando un anno fa ha abbandonato la toga, le cose gli stiano andando bene. L'esperienza in Guatemala è passata senza lasciare traccia. L'avventura politica con Rivoluzione Civile si è schiantata contro un consenso elettorale pari a circa il 2 per cento alla Camera. Il reintegro in magistratura si è arenato sulle vette valdostane: Ingroia si era candidato in tutte le regioni italiane, fatta eccezione della Val d'Aosta. Ma ad Antonio l'idea di  fare il pm tra daini e stambecchi non piaceva, ed ha preferito lasciar perdere. Il tentativo del governatore siciliano Rosario Crocetta di imbarcarlo nell'amministrazione isolana ha fruttato, dopo lunghe trattative, la nomina a commissario di Sicilia E-Servizi, società che però è in liquidazione. La recente speranza di rientrare nel processo Stato-Mafia come avvocato di parte civile è stato frustrato dall'ordine degli avvocati di Lazio e Sicilia: Ingroia non può fare il legale prima di un anno, e contro di lui sono stati aperti provvedimenti disciplinari di censura. E ora, per ultimo, l'avviso di garanzia dalla procura di Caltanissetta. Ingroia, pm antimafia, nei guai per l'esposoto di un boss mafioso. Non si può dire che per lui sia stato un anno fortunato. Lusingato dalla denuncia del boss - "E' lusinghiero essere denunciati dal boss Bernardo Provenzano...", ha detto Ingroia non appena saputa la notizia. "Non ho saputo nulla - aggiunge - ma non posso pensare che i magistrati di Caltanissetta possano a loro volta avere commesso la violazione del segreto istruttorio. L'unica cosa vera è che mi hanno denunciato il difensore di Provenanzano ma anche altri imputati come Contrada, Dell'Utri, Berlusconi, venni pure indagato dalla Procura di Caltanissetta, e tutte le denunce sono state archiviate". E conclude: "D'altro canto sono stato denunciato dal difensore di uno stragista come Provenzano, mio imputato in alcuni processo, da ultimo della trattativa Stato-mafia, insomma il solito sistema degli imputati di cercare di rovesciare la frittata per mettere sul banco degli imputati i loro accusatori. Insomma, e' lusinghiero essere denunciati di Provenzano. Anche se non vedo dov'è la notizia".

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