Gianni Scarpa, il bagnino fascista non molla: "Apro un'altra spiaggia del Duce in Romagna"
"Domani (domenica 29 ottobre, ndr) vado in Romagna, a fondare un'altra spiaggia fascista". Gianni Scarpa, l'ex gestore di Punta Canna, si appresta a gestire uno stabilimento balneare sulla Riviera, dopo il licenziamento di qualche settimana fa da parte della società titolare della concessione demaniale di Punta Canna. "Visiterò due grossi stabilimenti, a Rimini e a Riccione" dice Scarpa. "Col tempo ho ricevuto delle offerte molto interessanti e vado a vedere cosa si può fare. Non c'è ancora nulla di deciso, ma questa idea di lavorare in Romagna mi piace. Qui a Sottomarina, ormai no. Non me la sento. Anche se, checché ne dicano i giornali, c'è un ottimo rapporto con i miei ex datori di lavoro, la considero un'esperienza finita". Tutto pronto per un nuovo lido nero, dunque. Con buona pace di Laura Bolrdini e compagni. A 64 anni rimettersi in gioco può essere dura, soprattutto dopo tutte le attenzioni mediatiche ricevute, ma Scarpa non è uno che molla facilmente. "Per le prospettive che mi si sono aperte, potrei far causa ai giornali che, per dieci anni, non si sono accorti dei miei cartelli: se li avessero visti prima, le offerte di oggi le avrei avute anni fa" scherza Scarpa. "Se mi hanno chiamato vuol dire che mi apprezzano, che apprezzano i miei principi, il modo, anche severo, con cui ho gestito la spiaggia di Punta Canna. Quanto alle accuse di apologia di fascismo, queste sembrano fuori luogo. "Io non sono fascista, non sono né di destra, né di sinistra. Però vedo che, in Italia, le cose non vanno. Vedo che non è possibile, per una donna, fare una passeggiata nel parco, che ci sono troppi ladri e delinquenti in giro".