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Giancarlo Tulliani, Massimo Giletti lo fa confessare: "Ho solo comprato una casa a pochi soldi"

Giovanni Ruggiero
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Dove non sono riusciti i magistrati italiani, è arrivato Massimo Giletti e la sua troupe messa alle calcagna di Giancarlo Tulliani, latitante a Dubai e arrestato proprio per colpa degli impiccioni di Non è l'Arena. Il cognato di Gianfranco Fini si era rivolto alle autorità locali proprio per denunciare il cronista e il cameraman che lo inseguivano, la polizia saudita ha scoperto in un attimo del mandato di cattura dell'Interpol che gli pendeva sulla testa, da lì sono ricominciati i guai. Tulliani jr. è tipo comunque che i guai riesce a procurarseli da solo. Fino al giorno prima dell'arresto, viveva con spirito spensierato il suo esilio volontario, anzi alla polizia, riporta il Giornale, si era anche spinto a dire: "Sono venuto a Dubai per stare tranquillo. Sono una persona perbene e questi giornalisti stanno commettendo una violenza privata. Dovete fermarli!". La convinzione di essere al sicuro dell'anima pia Tulliani è finita appena un ufficiale di polizia ha trovato la sua foto tra le circolari dell'Interpol. Gli agenti gli hanno chiesto spiegazioni, Tulliani si è goffamente difeso che aveva comprato una casa a basso prezzo, ma che contro di lui non c'era niente. Falso, tant'è che a quel punto è scattata la telefonata disperata all'avvocato: "Non so cosa fare, dicono che vogliono portarmi in commissariato. Mi conferma che non c'è estradizione? Mi conferma?". A Giletti non va solo il merito di aver spinto Tulliani jr all'arresto, ma anche di aver fatto emergere dettagli potenzialmente utili agli inquirenti. La tesi avanzata dal conduttore di Non è l'arena è che "nella sua arroganza" Tulliani fosse sicurissimo di non poter temere niente. Probabilmente riteneva di avere conoscenze che gli garantivano protezioni speciali. Materiale per i magistrati che dovranno fare chiarezza se il latitante Tulliani possa aver avuto qualche tipo di vantaggio, sfruttando ad esempio la parentela con un ex ministro degli Esteri. Il ritorno di Fini al centro dello scandalo non poteva tardare. Giletti ha provato a invitare il legale dell'ex presidente della Camera, ma all'avvocato è stato vietato di andare in tv. Le bordate all'immagine sempre più opaca di Fini arrivano in studio dall'ex dirigente Rai, Guido Paglia: "Fini mi chiese di far lavorare il cognato. Mi rifiutai e ho pagato per questo...".

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