Gianfranco Fini e la casa di Montecarlo, sequestrati 75 milioni al re delle slot Francesco Corallo
Beni per 75 milioni di euro riconducibili a Francesco Corallo, il re delle slot machine, sono stati sequestrati dai finanzieri come nuovo atto delle indagini della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma. La confisca di tipo preventivo è stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari per cautelare i complessi aziendali della Global starnet Ltd, una delle dodici società concessionarie del gioco, nonché della Happy games club B.V., titolare di diverse sale gioco, entrambe di proprietà di Corallo. Leggi anche: Super-Giletti, così demolisce in diretta l'avvocato di Fini Un anno fa le indagini avevano già portato a una ordinanza di custodia cautelare in carcere dello stesso Corallo perché sospettato di essere capo promotore di una associazione a delinquere aggravata dalla transnazionalità, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Con le indagini è stato accertato che la Global starnet accumulava enormi debiti nei confronti dello Stato, perpetrando sistematiche violazioni di norme penali, tributarie, contabili, e omettendo il pagamento dei tributi nel settore del gioco e di imposte auto dichiarate con una strategia fiscale precisa. Una complessa architettura societaria, infatti, fraudolentemente rendeva, in tutto o in parte, inefficace la procedura di riscossione coattiva trasferendo ingenti somme di denaro su conti correnti esteri. Questa società riciclava anche il denaro con movimentazioni all'estero e utilizzando i conti di diverse società del Gruppo Corallo, anche offshore. Per questo scopo l'associazione si è avvalsa del contributo di altro gruppo organizzato composto da fiduciari dello stesso Corallo che hanno operato principalmente in territori esteri, creando e gestendo una complessa architettura societaria, che nel tempo ha mutato fisionomia per veicolare, estero su estero, i proventi illeciti dell'associazione dissimulati attraverso apparenti ragioni economiche per oltre 215 milioni di euro, di cui 187 milioni sono ora vincolati a fini di confisca. Una parte di questi soldi sottratti al fisco italiano è servita a finanziare l'acquisto della casa di Montecarlo, che i fratelli Elisabetta e Giancarlo Tulliani hanno comprato dal partito di Alleanza Nazionale (mascherati dietro due società off shore) e poi hanno rivenduto a loro volta, realizzando un guadagno di 1,3 milioni di euro. Finora sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 112 milioni di euro a cui si vanno ad aggiungere questi 75 milioni.