Ravenna, carabiniere fa sesso in caserma: si segna pure lo straordinario
Forse pensava d'aver sfoderato una gran bella prestazione, e per questo di meritare addirittura una ricompensa, l'appuntato scelto dei carabinieri che secondo la Procura, dopo aver nottetempo fatto salire in auto due donne, le ha portate in caserma, con una ci ha fatto sesso e alla fine si è segnato un'ora di straordinario, da mezzanotte all'una. La performance risale all'11 gennaio, ma la vicenda è venuta alla luce soltanto ora: il fatto che il militare abbia ingannato il piantone per entrare con le due signore e abbia consumato il rapporto chiedendo poi una paga non dovuta, per quanto modesta, sono comunque valsi all'appuntato l'invio dell'atto di fine indagine, che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Insomma, un processo. Il carabiniere, 48 anni, allora in servizio alla caserma di Ravenna di viale Pertini e poi trasferito in seguito all'accaduto, aveva conosciuto le due donne in un bar. Dopo qualche minuto di chiacchiere seduti a un tavolino, secondo la ricostruzione dei fatti le ha convinte a salire in macchina e ad andare con lui in caserma. Quindi, ingannato il piantone al quale lo stesso militare aveva detto di dover acquisire con urgenza delle informazioni preziose dalle signorine (una certa urgenza in effetti l'aveva), si sarebbe chiuso dentro l'ufficio e avrebbe dato sfogo alle sue pulsioni con una di loro. Questa qualche giorno dopo, la donna l'ha denunciato per violenza sessuale, sostenendo di essere stata costretta con la forza a fare sesso. Poteva scoppiare un vero e proprio scandalo, ma l'infamante accusa è poi caduta a seguito delle indagini condotte dalla magistratura, che ha tenuto in grande considerazione anche le dichiarazioni dell'altra donna, il cui ruolo nella vicenda non è ancora stato chiarito a pieno, ma secondo la quale il rapporto sarebbe stato consensuale. Sembra comunque che le due donne, in realtà, gli avessero chiesto di vedere l'ufficio e l'appuntato in questione, che doveva entrare in servizio all'una, le abbia accontentate, anticipando l'ingresso in caserma di un'ora.Poi, negli uffici, il rapporto sessuale consenziente. Dunque, fortunatamente, nessuno stupro né violenza - come di recente è successo, con i due carabinieri accusati a Firenze di violenze da due studentesse americane in attesa di processo e che sono da poco stati destituiti - ma una furbata all'italiana, o meglio, un presunto tentativo di truffa opportunamente smascherato. E il fatto che a finire sotto accusa oggi sia un carabiniere, un servitore dello Stato, non fa altro che confermare - ma non ce n'era bisogno - un malcostume italico diffuso in tutti gli ambienti, nessuno escluso. Vien da chiedersi che cosa sia potuto passare per la testa del militare, che per rimpinguare di pochi euro la propria busta paga si è sputtanato in questo modo, mettendo peraltro in imbarazzo tutta la caserma, di più, l'intera Arma. Perché anche se è del tutto evidente che la sciocchezza di un singolo non può certo mettere in discussione il rispetto e l'ammirazione che la stragrande maggioranza degli italiani hanno per i carabinieri, una qualche macchia la lascia comunque. Notizie come queste rimangono più impresse di altre. Ma al dipendente pubblico che timbra il cartellino e poi se ne va a fare la spesa o in palestra in orario di lavoro, siamo purtroppo quasi abituati. Stavolta c'è di mezzo un carabiniere, dal quale tutti ci aspetteremmo il massimo del rigore e della disciplina. E invece è andato a mettersi nei guai per una trombata in caserma. di Alessandro Gonzato