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Guerra in Libia, partite dall'Italia 550 attacchi coi droni

Matteo Legnani
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550 missioni dal 2011 a oggi. Contro la Libia. E quasi tutte partite dal territorio italiano. Sono, come rivela Repubblica, quelle condotte da Sigonella con l'impiego dei droni. Più di tutte le altre lanciate con quello stesso tipo di mezzi, i Predator, nel resto del mondo. Dopo la caduta di Gheddafi le operazioni si no interrotte e poi comunque lanciate assai di rado fino al 2016, quando l'allora presidente Obama decise di utilizzare i Predator per colpire le postazioni dell'Isis nel Paese nordafricano, e in particolare nella regione di Sirte. Tra agosto e dicembre di quell'anno, complessivamente gli Usa hanno lanciato 495 attacchi, per la maggior parte in questo caso condotti da un altro tipo di drone, il Reaper, e migliaia sono stati i missili scaricati sugli obiettivi. Gli attacchi, scrive sempre Repiubblica, sono stati guidati dalla base di Creech nel deserto del Nevada, ma i velivoli sono decollati anche in questo caso per la maggior parte da Sigonella, in Sicilia. Gli accordi bilaterali tra Roma e Washington che regolano le azioni dei droni dal nostro Paese sono segreti. La senatrice Roberta Pinotti, ministra della Difesa dal 2014 allo scorso primo giugno, si è limitata a precisare a Repubblica: "Come ho dichiarato in Parlamento, il governo ha autorizzato di volta in volta le richieste americane di usare la base di Sigonella per compiere attacchi con droni contro obiettivi terroristici in Libia e per l' operazione del 2016 contro l' Isis a Sirte. Non sono mai stati segnalati danni collaterali né vittime civili". Leggi anche: La guerra tra Usa e Russia travolge l'Italia: manina americana, come vogliono piegare il governo

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