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Piacenza, mette le corna al marito col prete africano: botte da orbi

Cristina Agostini
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La recente scomparsa di Carlo Vanzina ci offre l' opportunità per ribadire una nostra convinzione: la commedia all' italiana è, piaccia o non piaccia, specchio fedele del nostro Paese. Commedia all' italiana doc è, per esempio, quanto accaduto lo scorso giugno, e raccontato ieri su "La Provincia" di Cremona, dove è avvenuto il fatto. Innanzitutto i protagonisti: lui, lei e l' altro, di un paese del piacentino, tutti sui quarant' anni. La formazione classica della pochade nostrana. Con una variante moderna, che aggiunge quel pizzico di pepata salacità: l' altro, l' amante, è un sacerdote, di cui lei è parrocchiana. E che sarà mai, direte voi, quanti se ne sono visti di don che, per una confusione d' identità, si fanno Don Giovanni. Al cinema ricordiamo Sordi e Mastroianni efficacissimi nei panni di preti che cedono alla carne. Ma non è finita. L' altro, l' amante, il prete, il don ossia Don Giovanni, è un uomo di colore, un africano. Che ne dite? Non ce n' è abbastanza per insaporire con questa storia di adulterio di provincia il minestrone della attualissima "tematica" dello straniero, che si integra o forse o no, che «si prende le nostre donne» e pure vestendo la tonaca? Sia detto, questo, con il dovuto spirito leggero. Come, appunto, sa fare la vera commedia all' italiana, quando isola e satireggia fisime, paure, vizi degli Italiani. Leggi anche: Casalinghe a caccia di africani per far sesso. Padova: come le hanno beccate Esposto il cast della nostra storia, passiamo a raccontarla. Lui e lei, già moglie e marito, sono separati, ma non ancora divorziati. E lui è geloso, anzi gelosissimo come spesso sono gli ex inconsolabili, al punto da aver spinto l' ex moglie a recarsi dai carabinieri per segnalare l' invadenza dell' uomo. I carabinieri lo avevano ammonito, ma non è servito a niente. Ecco così che, con le sensibilissime antenne di cui sono provvisti i cornuti - sì, era separato, ma soggettivamente sempre cornuto si sarà sentito - un giorno il nostro ex marito si mette a seguire l' ex moglie fino al parcheggio di un centro commerciale alla periferia di Cremona. Si avvicina alla vettura della donna ed ecco il clou: la moglie è in macchina che «si scambia effusioni», come scrivono sempre le cronache, con il parroco africano. L' ex marito non ci vede più. Scoppia una lite furibonda dove ad avere la meglio è il prestante don, che ammolla un cazzotto da k.o. al rivale, più che mai cornuto e mazziato. Il tapino, vista la mala parata, non ci pensa nemmeno a continuare il match, e chiama il 112. Finale scontato: arrivano i carabinieri, riportano la calma, grande scandalo in paese e drastici provvedimenti in parrocchia. Astutamente, infatti, l' ex marito si è vendicato non denunciando il sacerdote per il pugno, ma chiamando la diocesi e denunciando il don libertino ai suoi superiori. La diocesi ha agito come fa sempre la Chiesa di fronte a scandali di questo tipo: prende il peccatore e lo sbatte in qualche luogo ameno e ignoto, a raffreddare i bollenti spiriti (immancabilmente, il peccatore spesso farà danni pure lì al confino, e si riparte da capo). Addirittura circolano voci che potrebbe essere rimpatriato: a nostra memoria, il primo caso di respingimento per relazione adulterina. Ai fedeli, è stato eufemisticamente comunicato che il don, per un periodo da definirsi, non sarà in parrocchia perché trasferito «per un periodo di riposo e di riflessione». Non è magnifico, tutto ciò? Non è materia perfetta, col suo equilibrato mix di provincia, ipocrisia, corna, gelosia, cazzotti, tematica sociale e preti libidinosi, per una pellicola, magari a episodi, come quelle che si fabbricavano industrialmente quando esisteva un cinema italiano che non pretendeva di essere emblematico, allegorico, autoriale, ma semplicemente di raccontare criticamente, dietro le risate anche facili, l' eterna arretratezza morale dell' Italia? di Giordano Tedoldi

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