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Ha sparato alla bimba rom a Roma "per sbaglio". Chi è l'italiano, clamoroso: dal Senato alla pistola

Giulio Bucchi
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«Volevo soltanto provare la pistola, non ho mirato contro quelle persone e non ho nulla contro i nomadi». Si difende così M.A., 59 anni, ex dipendente di Palazzo Madama, smascherato ieri dalla polizia. E finito sotto accusa per lesioni gravissime. È il cecchino che a Roma sparava dalla finestra con una pistola ad aria compressa. Martedì della scorsa settimana, colpisce alla schiena una bimba nomade tenuta in braccio dalla madre che attraversava viale Palmiro Togliatti, a Roma. La notizia fa il giro dei telegiornali, ma il cecchino tace. La piccola, ancora ricoverata all' ospedale pediatrico Bambino Gesù (e le cui condizioni sono in lento miglioramento), è stata raggiunta dal proiettile alla schiena. All' altezza della scapola. Proprio ieri i medici hanno sciolto la prognosi e la bimba è stata trasferita in un reparto di degenza ordinaria. Fin da subito, i genitori hanno raccontato agli inquirenti che la loro piccola (appena 14 mesi), era stata raggiunta da un colpo esploso da sconosciuto, «forse da un' auto in corsa», avevano aggiunto i parenti. Incongruenze, discrasie e una ricostruzione che faceva acqua da tutte le parti. Testimoni e familiari hanno riportato dettagli che aprivano la strada a tutto e anche al suo esatto contrario. Fino alla clamorosa svolta di ieri, con l' iscrizione nel registro degli indagati dell' italiano, incensurato e al quale i carabinieri sono arrivati dopo avere ispezionato ai raggi X e centimetro dopo centimetro la zona dove è avvenuto il fatto. In particolare il tratto in cui il lungo viale della zona est della Capitale, incrocia quello dei Romanisti. Il procuratore aggiunto Nunzia D' Elia e il sostituto Roberta Capponi, terminato l' interrogatorio, hanno ribadito cautela riguardo l' eventuale contestazione del movente razziale: «Dobbiamo portare a termine una serie di accertamenti tecnici, è ancora presto per arrivare a delle conclusioni», dicono. A casa dell' indagato, oltre alla pistola da cui sarebbe stato esploso il piombino di colore giallo trovato nella schiena della piccola rom, c' era anche una carabina ed altre pistole, sempre ad aria compressa. Sulle armi, finite tutte sotto sequestro, gli inquirenti disporranno una perizia e verrà effettuata anche una consulenza balistica. È proprio sulla dinamica di quanto accaduto che i magistrati vogliono fare totale chiarezza, senza accontentarsi della confessione obbligata e tardiva dell' indagato. «Il colpo partito inavvertitamente mentre ero sul terrazzino di casa», ha ripetuto ai pm «ho mirato verso l' alto, esplodendo un solo colpo e non ad altezza uomo, non volevo fare del male a nessuno. Meno che meno ai nomadi, mai stato razzista». Il sindaco di Roma, Virginia Raggi e l' assessora al Sociale Laura Baldassarre, sono andati in visita alla piccola ricoverata al Bambino Gesù: «Siamo venuti a trovare la famiglia. In questi giorni difficili c' è sempre stato con loro un assistente sociale. Continueremo a stare vicino ai parenti». Un passaggio veloce del sindaco, alla vigilia dell' incontro fissato per oggi con il ministro dell' Interno, Matteo Salvini, con il quale Virginia Raggi parlerà proprio del tema dei campi rom. di Eleonora Mori

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