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Massimo Bossetti, "la prova regina inquinata": Cassazione, verso il ribaltone?

Davide Locano
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Una clamorosa svolta nel caso dell'omicidio di Yara Gambirasio? Già, perché la prova "regina" per cui Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo in appello potrebbe essere stata contaminata. È quanto rivela l'ultima puntata di Quarto Grado, su Rete 4. Su queste basi, Bossetti attende con ansia la pronuncia della Cassazione sul ricorso avanzato dai suoi legali, atteso per il prossimo 12 ottobre. "Massimo ci crede ancora, crede nella giustizia, la sua è un'attesa drammatica, il percorso fatto finora è stato faticosissimo, è rimasto solo, ha perso i genitori, gli è rimasta solo Marita …e i figli". Così l'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, in studio a Quarto Grado. Nel dettaglio, i legali hanno sollevato parecchi dubbi sul modus operandi degli inquirenti nel corso del primo sopralluogo sul cadavere di Yara, a Chignolo: gli avvocati sostengono che la traccia genetica repertata sugli slip della ragazzina potrebbe essere stata contaminata. Si tratta della traccia 31G20 che portò all'arresto di Bossetti. Leggi anche: Bossetti, le parole strazianti ai funerali della madre Un video che immortala il sopralluogo mostra gli uomini della Scientifica in tuta e calzari sono impegnati a repertare la zona, alcuni di loro però si nota chiaramente non indossano i calzari, altri prendono un lembo di slip della piccola vittima in cui è stato rinvenuto il Dna di Bossetti senza le pinzette, uno addirittura sembra non indossare i guanti. Dunque, secondo i legali, non sarebbero state seguite le procedure internazionali: per la difesa, dunque, il lavoro di repertazione sarebbe stato inquinato e compromesso. Bossetti, dunque, punta su questi aspetti nel ricorso in Cassazione: obiettivo minimo, uno sconto della pena.

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