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Riace, parla il nigeriano che sputtana il sistema delle coop: non lo pagano da otto mesi

Gino Coala
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La favoletta del modello Riace come esempio di integrazione si sta sgretolando di giorno in giorno, soprattutto dopo l'arresto del sindaco Mimmo Lucano, accusato tra le altre cose di favoreggiamento all'immigrazione clandestina. L'ultima storia controversa sul paesino calabrese l'ha raccolta il Corriere della sera, a parlare è un 35enne nigeriano, Raymond Ibi, che svela quel che in tanti pensano ma in pochi hanno il coraggio di ammettere: "Sapete una cosa? - dice Ibi - Qua tutti gli immigrati pensano che Riace is bad, a Riace oggi si vive male, ma non lo dicono perché hanno paura... Io invece no, ormai ho deciso, da Riace me ne andrò. Ho i documenti in regola, la protezione sussidiaria mi scade tra due anni, lo posso già chiedere il trasferimento?". Leggi anche: Salvini stronca Pd e toghe rosse: "Con me l'immigrazione di massa non sarà più un affare" Ibi ha una moglie e un figlio di due anni al seguito, è tra i primi a squarciare il velo di omertà che copre il sistema di accoglienza di Riace. Gli altri invece: "hanno paura di perdere tutto, il poco che resta, la casa. Ma io non ci sto più! Posso passare, mi chiedo, tutti i miei giorni seduto su questa panchina, in piazza Municipio, aspettando che arrivi Jerry, l'italiano della cooperativa Welcome, per chiedergli ogni volta se e quanto vedrò i miei soldi? Sto a Riace da 8 mesi e ho già 5 mesi di pocket money in arretrato, uno al giorno per il valore di 2,50 euro, fatevi il conto".

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