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Papa Francesco fa scomunicare Alessandro Maria Minutella, il parroco per cui la Chiesa è una "prostituta"

Davide Locano
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Scomunicato per eresia e scisma: un'accusa pesante, seguita da un provvedimento altrettanto pesante e clamoroso, la scomunica. Che negli ultimi decenni e' stato usato con molta prudenza, da parte della Chiesa, e solo dopo molte verifiche e tentativi di recuperare la persona o i gruppi coinvolti. Tramite un comunicato ufficiale l'arcidiocesi di Palermo ha invece oggi diffuso le notifiche di scomunica "latae sententiae" nei confronti del sacerdote don Alessandro Maria Minutella, in cui il sacerdote è incorso, come si legge nel testo, "per il delitto di eresia e per il delitto di scisma, come previsto dalla Legge canonica". Il provvedimento non giunge inatteso, perché da tempo don Minutella era nell'occhio del ciclone e gli avvertimenti, da parte della autorità ecclesiastiche locali e poi vaticane si sono susseguiti, sempre più severi. Il sacerdote da tempo ha rivolto accuse e critiche molto gravi a Papa Francesco, attraverso le omelie e interventi nel web, parlando apertamente dell' "impostura della falsa Chiesa", ossia quella guidata dall'attuale Pontefice, definita senza mezzi termini "multinazionale della menzogna e della falsità. Prostituta indegna, venduta ai poteri del mondo". In un crescendo di accuse e con toni sempre più accesi. Leggi anche: "Lui sa": il fratello della Orlandi inchioda Papa Francesco Don Minutella guidava la parrocchia palermitana di Romagnolo, poi aveva creato l'associazione "Piccola Narazeth", e non si era certo fermato qui. Aveva anche costituito una comunità religiosa femminile, non riconosciuta da Roma. Sono arrivati i primi alto là del Vaticano: niente più parrocchia, basta con gli incontri pubblici, che venivano organizzati anche in tour per l'Italia. Ma il prete ha tirato dritto. Peraltro molta gente ha seguito gli incontri, probabilmente anche per curiosità, visto che il sacerdote ha cominciato a sostenere di avere "locuzioni interiori", di parlare direttamente la Madonna e alcuni santi, facendo anche "profezie" sul futuro del mondo e dei cattolici. Un futuro catastrofico, ovviamente. In ogni circostanza, comunque, il leitmotive era il non riconoscimento del Pontefice: don Minutella esortava i fedeli a riconoscere vero Papa solo Benedetto XVI, a cui sostiene di essersi appellato, ma invano. Il Papa emerito non avrebbe mai risposto ai messaggi del prete palermitano. Il quale, circa un mese fa, si definiva "abbandonato" e dichiarava di non voler più parlare pubblicamente. Oggi è arrivata la scomunica ufficiale. E don Minutella ha ripreso la sua "battaglia". Via Facebook ha bellicosamente replicato: per la "falsa " Chiesa di Roma "ho raggiunto il rango di Totò Riina". E ancora: "Non credete ad un incidente, se mi dovesse capitare qualcosa". I casi di scomunica non sono frequenti. Negli ultimi decenni quelli più famosi sono stati quelli combinati a monsignor Lefebvre e ai suoi seguaci, con nomina di vescovi non riconosciuti dai vari Pontefici che si sono dovuti confrontare con questa vicenda spinosa: il movimento lefebvreiano, infatti, più volte è sembrato sul punto di creare uno scisma all'interno della Chiesa. Poi c'è stato un altro caso clamoroso, anche a livello mediatico: quello di monsignor Milingo, anch'egli finito scomunicato dopo molte vicissitudini, compreso un matrimonio e relativa separazione. Recentemente, tra gli altri casi, nella scomunica sono incorsi i fedeli della "presunta" veggente Giuseppina Norcia e coloro che hanno aderito alla setta del cosiddetto Bambinello di Gallinaro. di Caterina Maniaci

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