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Terrorismo, libanese dell'Isis arrestato in Sardegna: progettava attentato avvelenando il cibo

Matteo Legnani
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Un "pentito" dell'Isis in Libano, dov'è stato arrestato con l'accusa di terrorismo, ha permesso di sventare un probabile attacco in Italia. Agli investigatori e magistrati libanesi, Mohamed Hassad Al Haj ha raccontato che suo cugino Amin Al Haj, da tempo residente in Sardegna, stava progettando un attentato con armi chimiche in Italia, contaminando gli alimenti con la polbere di ricina durante un evento pubblico. I due cugini, sempre secondo il pentito, avevano già provato a procurarsi del veleno in Libano, prima che Mohamed venisse arrestato e Amin si trasferisse in Italia, dove gli inquirenti hanno messo sotto controllo la sua abitazione attraverso microspie. Le intercettazioni, insieme al sequestro del pc e di apparecchi cellulari, ha permesso straordinari riscontri, secondo gli investigatori, circa l'effettiva volontà del libanese di compiere un attacco sul nostro territorio, e hanno portato al suo arresto. In particolare Amin, che a Macomer viveva con la moglie marocchina e i figli con regolare permesso di soggiorno, continuava a informarsi online sulle qualità e possibilità di acquistare ricina, antrace e altri veleni come le aflatossine B1 e il Metomil. Secondo la polizia, la moglie era del tutto ignara dei progetti terroristici del marito tanto che una volta lo avrebbe rimproverato dicendo "perchè non l'hai buttato nel giardino, dato che è per gli insetti? Allora non è per gli insetti... questa è una cosa molto pericolosa!". Leggi anche: Terrorismo, arrestato a Milano egiziano ritenuto membro dell'Isis

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