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Conte dal Papa, che cosa c'è dietro davvero. Si gioca il tutto e per tutto: la manina vaticana

Maria Pezzi
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Le foto! Non ci sono discorsi, non si sentono preghiere, ma le immagini sono oro per la Patria. Equivalgono a un punto di Pil, a una discesa in pascoli sereni dello spread. Il sorriso del Papa va dalle Appennini alle Ande, e tira su il morale finito sotto i tacchi a Giuseppe Conte. Bisogna capirlo, poveretto. Dopo essere andato con il cappello in mano e lo stuoino tascabile da Angela Merkel a Berlino, e averne ricevuto un' accoglienza sintetizzabile in tre parole «Niet, Achtung, Raus!», il premier aveva bisogno di sorbirsi una pozione ricostituente. È stata una rugiada risanatrice. Il bollettino della Santa Sede ha dato notizia dell' evento a mezzogiorno di ieri con sobrie parole: «Il Santo Padre Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza: S.E. il Signor Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri d' Italia». Nient' altro, nessun comunicato per specificare i contenuti del colloquio dell' incontro iniziato alle 10 nel Palazzo Apostolico, alla Terza Loggia, e durato 45 minuti, che è parecchio per una «visita di cortesia». Tutto come da protocollo. Gli incontri ufficiali tra istituzioni vaticane e italiane di massimo rango sono riservati allo scambio di visite e di discorsi tra il Papato e il Quirinale, che sono pari grado. Un presidente del Consiglio italiano può interloquire in via formale e solenne con il Cardinale Segretario di Stato (nel nostro caso sarebbe Parolin). Per approfondire leggi anche: Mara Carfagna massacra Conte dal Papa Un successo - Dunque questo è il massimo concesso. La sintesi e il successo politico stanno nel fatto in sé. Con il supplemento d' anima, ma anche di pane e companatico, di queste foto dove il volto del Papa è aperto e senza riserve, nessuna percezione di ombre, alzate di ciglia, striature del labbro: il corpo conta, e comunica parecchio delle intenzioni. Insomma, Conte ha ricevuto un' accoglienza sontuosa. Per un politico alla canna del gas, una «visita di cortesia» svoltasi con queste modalità è una benedizione urbi et orbi, alla città e al mondo, ma anche ai sordi e ai ciechi di Bruxelles e dintorni. Conte se la gioca e giocherà politicamente così. Spiritualmente è un fatto suo e del Papa. «Tutto ciò che è privato, è anche pubblico» dettò la mistica Adrienne von Speyr, molto stimata da Bergoglio. E Francesco ha voluto comunicare solo cordialità e fiducia. Come spiegare questa volontà di dare un messaggio positivo da parte del Papa? Le ragioni sono due. 1- Il Pontefice ha compulsato un dossier su Giuseppe Conte, professore e politico cattolico, molto positivo. Il sito Il Sismografo, ritenuto il canale ufficioso ma sicuro degli umori papali, dando in modo anodino la notizia dell' incontro, peraltro in due puntate, e la seconda diffondendo solo sgargianti fotografie, caso rarissimo, ha tenuto a precisare che non è il primo. Scrive: «Il Papa ha già incontrato il Premier Conte prima di diventare Presidente del Consiglio dei Ministri, nel giugno del 2016. In quell' occasione Papa Bergoglio si era recato in visita pastorale a Villa Nazareth, a Roma, il collegio per la formazione universitaria frequentato da Conte durante gli anni degli studi nella capitale». Non solo a quel tempo: di Villa Nazareth Conte è stato, dal 1992 al 2013, curatore degli scambi e delle relazioni culturali con le università straniere, in particolare americane.  Villa Nazareth è l' opera prediletta del cardinal Achille Silvestrini, oggi 95enne, curiale romagnolo potentissimo e progressista. Soprattutto pesa agli occhi del Santo Padre il rapporto di amicizia e stima di Conte con il cardinal Angelo Becciu, fino a poco fa sostituto segretario di Stato, di fatto il più stretto collaboratore di Francesco. L' alto e intelligente prelato mantiene solide relazioni con il premier, ne è per così dire il cardinale protettore. Come tale - in modo pertinente, date le strette connessioni della sicurezza italiana con quella vaticana - il porporato ha detto parole importanti per la nomina del generale Luciano Carta a capo dei servizi segreti esteri: e Conte ha accettato d' accordo con Mattarella.  E questa buona disposizione ai desiderata vaticani ha avuto certo il suo peso nel soccorso papale a Conte. 2 - Francesco è perfettamente consapevole di come sia orientato oggi il popolo italiano in politica, e di come molta gente che dà appoggio a Salvini e a questo governo, proprio sull' immigrazione e la sicurezza, sia cattolica e patisca molto l' incomprensione dei pastori nei confronti del suo disagio. Francesco ha voluto identificare l' autorità politica con il popolo che rappresenta, e in questa occasione ha deciso di manifestare simpatia e cordialità. Consapevole anche di cosa questo significhi per orientare gli atteggiamenti di Bruxelles. Il regalo - Conte è uscito festante dall' incontro. Lo ha raccontato evidentemente sollevato così: «Ci siamo confrontati sui temi delle diseguaglianze sociali, delle migrazioni, dell' ambiente, della pace. È stato un incontro molto toccante, che mi rinnova nell' impegno politico, etico, sociale a operare con grande determinazione per migliorare la nostra società e per rendere tutti i cittadini pienamente partecipi del nostro progetto di benessere sociale ed economico». Benessere è una parola grossa, ma bisogna capirlo: Conte ha i piedi sollevati da terra. Del resto ha regalato al Papa una preziosa edizione della Divina Commedia commentata da Niccolò Tommaseo. Come recita l' ultimo verso dell' Inferno dantesco: «E quindi uscimmo a riveder le stelle».(Inferno XXXIV, 139). Magari fosse vero. di Renato Farina

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