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Tutor in autostrada, una farsa all'italiana: soltanto 31 quelli attivi

Ventura Cigno
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Oggi sono solo 31 i tutor autostradali legali e attivi in quasi 300 km di strade italiane. La Cassazione, come è noto, ha infatti imposto alla società Benetton di rimuovere la maggior parte dei sistemi di controllo della velocità perché costituiscono violazione di brevetto. Prima i tutor erano 770 e riuscivano a coprire una rete stradale di 6 km, poi però sono arrivate due sentenze degli ermellini. Questi hanno stabilito che il gruppo Benetton non può usare i controllori della velocità perché la proprietà della tecnologia è di altre aziende. Dunque, il tutor che era motivo di orgoglio della Benetton per l'abbattimento degli incidente stradali, è stato nei fatti usato illegittimamente per anni. Leggi anche: Limiti di velocità, la rivoluzione leghista Come riporta Il Fatto Quotidiano, con due sentenze dal contenuto simile, la Cassazione ha stabilito che il brevetto del tutor è in realtà dell'azienda Craft di Greve di Chianti. È al titolare Romolo Donnini che va riconosciuta l'invenzione del congegno per il controllo della velocità brevettato nel 1999. A sostegno di questo è intervenuto il proprietario di un'azienda di Latina, Alessandro Patanè, che ha sostenuto d'essere il licenziatario del brevetto nonché legittimo detentore della sua proprietà. Patanè non è stato pagato per l'uso del sistema e ora ha chiesto alla società Benetton un risarcimento di 373 milioni, di cui 204 per il possesso della licenza. Morale della favola, oggi come oggi, sono soltanto 31 i tutor attivi su tutto il suolo.    

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