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Torino, è morta Maria Amato: la tifosa Juve schiacciata dalla folla in piazza San Carlo

Ventura Cigno
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È morta Maria Amato, la donna calpestata dalla folla di Piazza San Carlo a Torino durante la finale di Champions tra Juventus e Real Madrid. Dopo l'incidente, la Amato, 65 anni, era rimasta paralizzata per un grave trauma vertebro-midollare. Negli ultimi giorni era stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Cto di Torino per una grave difficoltà respiratoria. Questa mattina le condizioni della donna sono peggiorate, con un improvviso collasso cardiovascolare che le ha fatto perdere conoscenza prima di morire.  La sera in cui migliaia di persone stavano seguendo la finale di Champions sui maxischermi in piazza San Carlo, improvvisamente si scatenò il panico che sarebbe stato provocato dalla cosiddetta "banda dello spray" con bombolette al peperoncino, per cui è in corso un processo, che vede imputati cinque giovani. Negli incidenti rimase schiacciata la trentottenne Erika Pioletti, che aveva accompagnato il fidanzato a vedere la partita e che morì dopo pochi giorni per le gravi conseguenze delle ferite. Marisa Amato, invece, quella sera non era andata in Piazza San Carlo ma stava passeggiando con il marito nel centro di Torino, quando improvvisamente fu travolta e schiacciata dalla folla impazzita. Conseguenze che la lasciarono tetraplegica con le braccia e le gambe completamente bloccate. Una situazione che pero' non le ha impedito, una volta tornata a casa, dopo un lungo periodo di ricovero in ospedale, di continuare a mantenere un contatto con l'esterno, grazie all'aiuto del marito Vincenzo e dei figli Viviana e Danilo, sui social attraverso la pagina Fb, "Aiutiamo Marisa Amato" e anche una onlus "I sogni di Nonna Marisa", creata per raccogliere fondi per i malati in difficoltà. Per gli incidenti di Piazza San Carlo è in corso un altro processo, che vede tra gli imputati anche la sindaca Chiara Appendino e il questore di allora Angelo Sanna con altre tredici persone. Le accuse sono di disastro, lesioni ed omicidio colposo. Ora, nel caso in cui gli accertamenti medici confermassero che la morte della signora Amato e' conseguenza del ferimento, i pm dovrebbero contestare un secondo omicidio, che si aggiunge a quello della 38enne Erika Pioletti, fino a stamattina unica vittima della tragedia. Alla udienza preliminare del processo Marisa Amato non avevo voluto mancare e lo scorso 23 ottobre aveva raggiunto in ambulanza l'aula bunker del tribunale dove, assistita dall'avvocato Nicola Menardo, si era costituita parte civile e in quell'occasione aveva scritto su Fb "il 23 ottobre 2018 e' una data che corrisponde a 507 giorni di vita inaccettabile, fitta di sofferenza, dolore, mio e dei miei cari. Non credo nei miracoli ma dal 3 giugno 2017 non desidero altro che migliorare questa situazione terribile".

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