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Più connessi ma più emarginati. La solitudine fa paura a sette italiani su dieci

Cristina Agostini
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«L'uomo è un animale sociale», sosteneva Aristotele già nel IV secolo a. C., rilevando il bisogno insito nell'individuo di aggregarsi. Se evitare di restare da solo un tempo costituiva una necessità per garantirsi la sopravvivenza, oggi la solitudine da condizione pericolosa si è trasformata in scelta consapevole, almeno per coloro che dichiarano orgogliosamente di prediligerla, come i single senza nessuna intenzione di accasarsi. Nella nostra epoca l'essere umano non è soltanto sociale ma anche social: frequenta chat, forum, app di dating, gruppi sul web, network di vario tipo, comunica da un capo all'altro del Pianeta in maniera istantanea e con persone sconosciute, non prende il caffè con gli amici ma li incontra ogni dì su Facebook e vive perennemente connesso condividendo con chiunque stati d' animo, pensieri, opinioni, fotografie anche intime e localizzazioni. Insomma, sembra che non siamo scompagnati mai. Eppure - paradosso - ben 7 italiani su 10 ammettono di temere di restare soli. Lo smartphone, i social network, il Wi-Fi non bastano per esorcizzare questa atavica paura, anzi l'amplificano, forse perché la tecnologia che avrebbe dovuto favorire la comunicazione e accorciare le distanze tra le persone ha finito con il distruggere le interazioni e con il diluire i nostri confini individuali fino a renderci monadi disperse in metropoli assordanti e indifferenti. Allora, in cerca di soluzioni, ci si rifugia proprio in ciò che ci ha ridotti così: quel mondo di apparenze photoshoppate e irrealistiche rappresentato dai social network, che ci connette ma ci sconnette, per cui ci vediamo ma non ci tocchiamo, come oggetti sigillati in vetrina. Il sondaggio - Da un sondaggio realizzato per AdnKronos Salute da Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), coinvolgendo circa 700 persone di ambo i sessi tra i 18 e i 60 anni, è emerso che il 76% degli intervistati ammette di avere terrore di rimane da solo, il 68% afferma di avere molta difficoltà a vivere un rapporto a distanza e il 74% ritiene che sia molto importante avere una relazione. Resta da chiedersi allora perché diamine i single, come confermano i dati Istat (tra il 1991 e il 2016 celibi e nubili sono cresciuti di oltre 30 punti percentuali), continuino ad aumentare di anno in anno, nonostante risulti chiaro che non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alla vita di coppia. Siamo allergici alla solitudine eppure siamo sempre più solitari, rinchiusi nelle nostre abitazioni, non mettiamo più il naso fuori di casa neanche per annusare l' aria, ordiniamo sempre più spesso cibi in pronta consegna piuttosto che recarci a cena fuori con gli amici, schiviamo ogni occasione mondana forse illudendoci che tutto ciò che cerchiamo sia a portata di mano come il telecomando e lo smartphone, che ci consente di osservare dal display 24 ore su 24 ciò che sta accadendo nelle esistenze altrui. Non vogliamo stare soli, tuttavia ci siamo rassegnati ad esserlo. relazioni sbagliate Però succede di peggio: c' è ancora chi considera l' assenza di compagnia un rischio da cui scampare ad ogni costo finendo così con il cercare di riempire il vuoto che si sente dentro e intorno mediante la presenza di chiunque e trincerandosi dietro relazioni sbagliate, non soddisfacenti, infelici, pur di non ritrovarsi desolati. Non sono pochi gli italiani di entrambi i generi che si accontentano sia in amicizia che in amore. Condizione che, anziché annullare il senso di solitudine che può cogliere di tanto in tanto chi non ha un partner accanto, lo ingigantisce poiché nessuno è più solo di colui che è insieme a chi non ama. Forse non dovremmo ricorrere ai tamponi per arginare la nostra smodata paura di scoprirci privi di brigata, bensì affrontarla con lucidità e combatterla con antidoti efficaci, ossia aprendoci agli altri, alla vita, agli incontri, mettendo da parte il telefonino e recuperando gli usi antichi: il dialogo occhi negli occhi, la stretta di mano, gli abbracci, la condivisone. Quella vera. di Azzurra Barbuto

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