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Morte Imane Fadil, la strana frase di Emilio Fede: "Se davvero ci fosse stato un testimone ad Arcore..."

Ventura Cigno
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In una lunga intervista concessa al Fatto Quotidiano, Emilio Fede ha detto la sua sulla misteriosa morte di Imane Fadil, la marocchina testimone al processo Ruby Ter. Fede non crede all'ipotesi di un omicidio: "Se così fosse sarebbe un orrore, un fatto enorme", ha commentato. "Non penso che fosse depositaria di tali segreti da spingere qualcuno a ucciderla", ha spiegato l'ex direttore del Tg4. Dunque a sorpresa, Fede ha aggiunto: "Chi ha frequentato di più Arcore è un signore ancora vivo che si chiama Emilio Fede. Io sono stato allontanato da Mediaset in quattro e quattro otto, senza neppure la liquidazione. Se avessero avuto problemi il testimone potevo essere io. E lo sono…". Leggi anche: L'avvocato di Imane Fadil: "Ho un'idea precisa sulla sua morte" Frasi sibilline, quelle di Fede, che si auto-investe del titolo di "testimone". Ma tant'è. Successivamente l'ex direttore, smentendo quanto affermato in precedenza dalla Fadil, nega di essere stato lui ad averla portata alla villa di Arcore per la prima volta. "Un paio di volte è capitato che abbia dato a Imane un passaggio, ma, ripeto, solo fino a piazzale Loreto. Non l'accompagnavo a casa, ma le pagavo il taxi". Così Fede ha tagliato corto e ha tentato di porre fine alle insinuazioni sul suo conto: "La conoscevo, le volevo bene. Era una brava ragazza con dei problemi economici. (…) Mi auguro con tutto il cuore che si chiarisca la vicenda".

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