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Imane Fadil, il responsabile dell'Osservatorio militare: "È la loro firma, che servizi segreti ci sono dietro"

Davide Locano
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Come è morta Imane Fadil? È stata uccisa? E da chi? Domande che potrebbero restare senza risposta, domande per le quali si preannuncia decisiva l'autopsia che verrà effettuata in settimana sul corpo della testimone nel processo Ruby. E su cosa le possa essere accaduto, intervistato da Il Messaggero, dice la sua Domenico Leggiero, responsabile dell'Osservatorio militare che dal 1999 si occupa di uranio impoverito. Tra le ipotesi più accreditati dagli inquirenti, quella che la Fadil sia stata avvelenata con cobalto ionizzato, sostanza radioattiva le cui tracce scompaiono più velocemente. "Questa tipologia di intervento sporco viene utilizzato dai servizi segreti dell'Est, che normalmente utilizzano polonio o altre sostanze radianti - sottolinea Leggiero -. Per due motivi. Il primo è che si tratta di un marchio di fabbrica, un linguaggio in codice. E poi perché questo tipo di sostanze non ha un effetto immediato e l'omicidio lento nel tempo consente di mascherare ogni traccia e possibile identificazione del colpevole". Ma dove si reperiscono questi materiali? "Solo sul mercato nero - riprende -, è complicatissimo arrivarci e per questo è il segno distintivo dei servizi segreti russi. È inodore, insapore e può essere versato in una tazza di tè o in un piatto di pastasciutta senza sospetti". Quindi l'esperto spiega come viene somministrato: "Bisogna saperlo trattare, è molto pericoloso - premette Leggiero -. In trasporto in ogni caso è decisamente meno rischioso rispetto all'ingestione. Viene prodotto in fiale, pillole e ci sono anche delle pellicole che si sciolgono nei liquidi", conclude. Leggi anche: Imane Fadil, Souad Sbai svela il dettaglio agghiacciante

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