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Imane Fadil, l'esperto di medicina nucleare: "Come si può uccidere in mezz'ora. Eppure..."

Ventura Cigno
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Roberto Moccaldi è uno dei massimi esperti di medicina nucleare in Italia nonché direttore del Servizio di protezione e prevenzione del Cnr. In un'intervista rilasciata a Il Giornale ha smontato le tesi emerse finora sulla morte di Imane Fadil, tesi secondo le quali il processo potrebbe essere stato causato da avvelenamento radioattivo: "Posso dire che non c'è un solo indizio che mi faccia pensare che sia stata uccisa dalle radiazioni". Leggi anche: Fadil, il terribile sospetto del procuratore capo Secondo Moccaldi per causare la morte da radiazioni ci sono due strade: "Posso piazzare una persona per mezz'ora davanti a un 'linac', un acceleratore lineare di particelle, convincendola in qualche modo a stare ferma: e la persona muore. Oppure posso esporla alle radiazioni alfa prodotte da una sostanza radioattiva". In quest'ultimo caso l'esperto di medicina nucleare ha però dissentito rispetto a quanti hanno sostenuto l'ipotesi dell'avvelenamento con il polonio. Perché "trasportare e somministrare il polonio richiede competenze e organizzazioni che non sono alla portata di chiunque". Inoltre, l'esperto ha aggiunto: "Non riesco assolutamente a vedere quali legami potrebbe avere una persona, come la scomparsa, con ambienti in grado di mettere in atto un'operazione di questo livello". Per di più, secondo Moccaldi, non regge nemmeno la pista dei metalli pesanti, presenti sì con concentrazioni anomale ma pur sempre troppo lontane dal grado di tossicità letale. Quindi? Anche per l'esperto, al momento, non c'è una spiegazione precisa. Ecco perché sostiene che i veri risvolti arriveranno solo dopo aver eseguito l'autopsia.   Leggi anche: Imane Fadil, l'esperto e l'agghiacciante verità

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