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Imane Fadil, l'avvocato di Silvio Berlusconi: perché per il Cav la morte della modella è un grosso guaio

Davide Locano
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C'è chi, neppur troppo velatamente, accosta la morte di Imane Fadil a Silvio Berlusconi: operazione vergognosa e pericolosa, basata sul fatto che la modella scomparsa lo scorso primo marzo era testimone nel processo Ruby. E ora, a mettere qualche proverbiale puntino sulle "i", ci pensa Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi: "A livello tecnico-processuale la morte di Imane Fadil ci danneggia perché le sue dichiarazioni entrano direttamente nel processo e non possiamo fare il controesame". E ancora: "Quando una persona muore la massima forma di dolore non è un'espressione retorica". Sulla misteriosa morte "non voglio esprimere opinioni", ha concluso. Leggi anche: Morte Imane Fadil, così il Fatto e Travaglio toccano il fondo Oggi, martedì 19 marzo, era in programma l'udienza che vede imputati Berlusconi e Roberta Bonasia, accusata di aver ricevuto 80mila euro per scagionare il leader di Forza Italia sulle cene ad Arcore. La Fadil nel processo si era costituita parte civile e il presidente della quarta sezione penale, Giuseppe Fazio, prendendo atto dell'assenza della marocchina ha affermato: "Fadil non c'è". Clima pesante in tribunale, in attesa dell'autopsia che inizierà mercoledì per terminare giovedì. "L'ipotesi della morte naturale ha pari dignità rispetto a quella dell'avvelenamento", hanno riferito stamattina fonti giudiziarie in relazione alla morte di Imane Fadil. La procura sta indagando sull'ipotesi del reato di omicidio volontario.

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