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Matteo Salvini, ecco le tre donne giudice pro migranti e contro Viminale: nomi e carriere

Caterina Spinelli
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Tre i giudici nel mirino di Matteo Salvini. Tutti e tre hanno in comune il sesso e la poca simpatia nei confronti del vicepremier leghista. Si tratta di Luciana Breggia, magistrato del Tribunale di Firenze, di Matilde Betti, presidente della prima sezione del Tribunale civile di Bologna, e di Rosaria Trizzino, presidente della seconda sezione del Tar della Toscana. La prima, responsabile della sentenza che ha dichiarato inammissibile il ricorso del ministero contro l'iscrizione all'anagrafe di un immigrato, ha più volte censurato la parola "clandestini" durante dibattiti pubblici. Presidente degli osservatori sulla giustizia civile e capo della sezione immigrazione, la Breggia sembrerebbe - a detta dei colleghi - un'autorità in una materia complessa come quella dell'immigrazione. Leggi anche: Salvini prepara il dossier per smascherare le toghe rosse La seconda, Matilde Betti è il presidente che il 27 marzo 2019 non ha accolto il ricorso proposto dal ministero dell'Interno. Salvini si era dichiarato contrariato alla decisione del giudice del capoluogo emiliano che disponeva l'iscrizione nel registro anagrafico di due cittadini stranieri. Anche lei particolarmente sensibile al tema del diritto di asilo, in quanto sfoggia diversi articoli sulla rivista Diritto, immigrazione e cittadinanza. La terza, invece, ha bocciato le "zone rosse", quelle 17 aree della città vietate "a soggetti che ne impediscano l'accessibilità e la fruizione con comportamenti incompatibili con la vocazione e la destinazione". Il divieto era rivolto a "chiunque fosse stato denunciato per aver compiuto attività illegali in materia di stupefacenti, per reati contro la persona o per danneggiamento di beni". La Trizzino, come la Betti, scrive per la rivista pro-immigrazione. A Salvini non è andata giù nemmeno la partecipazione di entrambe al dibattito "Dovere d'accoglienza" organizzato da Asgi, Libera e Magistratura democratica. 

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