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Sea Watch 3 e Carola Rackete sfidano italia e Viminale e fanno i soldi: ecco quanto incassano

Davide Locano
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Per le Ong i soldi non sono mai stati un problema. Tantomeno lo sono ora che la sfida lanciata al governo italiano le ha messe al centro dell' attenzione globale (ieri il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa ha proposto il conferimento del Nobel per la pace a Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 che ha urtato una motovedetta della Guardia di Finanza per attraccare a Lampedusa). Niente di più facile, dunque, che lanciare una sottoscrizione on line e raccoglierne i frutti. È quel che ha fatto Mediterranea Saving humans, l' associazione dell' ex no global convertitosi in no border Luca Casarini, che in due giorni ha già raccolto oltre 50 mila euro. È bastato pubblicare su Facebook la foto di Fatima, una bimba di cinque mesi raccolta in mare nei giorni scorsi dal veliero Alex, e più di 2.000 persone hanno messo mano al portafoglio. La sanzione da 65 mila euro comminata dalla Guardia di Finanza sarà dunque di fatto pagata dai sottoscrittori della colletta. Leggi anche: Sea Watch 3, effetto-Rackete sui sondaggi: gode la Lega OBIETTIVO 300MILA EURO Il cui obiettivo però è più ambizioso: si punta ad arrivare a quota 300 mila euro, per poter in questo modo mettere in mare un' altra nave, visto che l' imbarcazione principale, la Mare Jonio, da oltre un mese è sotto sequestro a Licata per decisione della Procura di Agrigento, e il veliero Alex (quella che originariamente doveva essere la barca d' appoggio) è stato confiscato in base al decreto sicurezza bis. Nonostante i «tre comandanti e tre capomissione indagati, per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina, non aver obbedito all' ordine di nave da guerra, non aver obbedito all' intimazione di non entrare nelle acque territoriali, più altre piccole cose», come ricorda su Facebook l' armatore di Mediterranea Alessandro Metz, la "battaglia navale" contro il ministro dell' Interno Salvini continua: «Il nostro problema è che siamo testardi e ostinati, continuiamo a pensare che Mediterranea serva e che debba stare in mezzo al mare». UNA CASSA COMUNE E forse Mediterranea, che ieri ha denunciato pure di aver subito «da server russi» un attacco informatico che per un po' ha messo ko il suo sito internet, potrà beneficiare anche della generosità della Ong tedesca Sea Watch, che ha detto di voler condividere con le altre associazioni impegnate nel salvataggio di migranti in mare i fondi raccolti in seguito alla campagna pro-Carola lanciata da un presentatore televisivo. Le donazioni in questo caso hanno già superato quota un milione e 300 mila euro e il portavoce di Sea Watch, Ruben Neugebauer, ha annunciato la formazione di «un comitato» per decidere come impiegarli: «Vogliamo usare questo denaro nel modo più efficiente possibile per il soccorso in mare, non solo per Sea Watch. Vogliamo vedere insieme dove sono più necessari». di Alessandro Gonzato

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