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Maria Chindamo, sparita tre anni fa: oggi tre arresti. La voce: una fine atroce tra i maiali?

Davide Locano
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Vi ricordate il caso di Maria Chindamo, scomparsa tre anni fa? Oggi, giovedì 11 luglio, la procura di Vibo Valentia ha chiesto ed ottenuto dal gip tre provvedimenti di fermo con l'accusa di concorso in omicidio. Le tre persone indagate sono Salvatore Ascone, 53 anni di Limbadi, detto "U Pinnularu", l'operaio romeno Cheorge Laurentiu Nicolae, 30 anni e un nipote di Ascone, all'epoca dei fatti minorenne, che all'epoca dei fatti era minorenne. I tre, si apprende, non avrebbero preso parte all'omicidio dell'imprenditrice di Laureana di Borrello, bloccata davanti al cancello della sua azienda agricola di Limbadi e poi - ammettono oggi gli inquirenti - uccisa e il suo cadavere fatto scomparire. I fermati, in particolare Salvatore Ascone, avrebbero manomesso il sistema di videosorveglianza installato nell'abitazione del fermato per impedire la registrazione delle immagini della telecamera che era orientata proprio sull'ingresso della proprietà di Maria Chindamo. Stando ai magistrati delle procura, l'impedimento è servito a non lasciare traccia del delitto e ha così aiutato il lavoro degli esecutori materiali del rapimento della donna, che hanno agiuto indisturbati. La Chindamo, madre di tre figli, era stata sequestrata il 6 maggio 2016; un anno prima, nello stesso giorno, suo marito Ferdinando Punturiero, si era suicidato forse perché non sopportava la rottura. Ci si chiede se si tratti soltanto di una coincidenza, circostanza esclusa dagli inquirenti, i quali sostengono che chi ha fatto sparire l'imprenditrice l'abbia fatto nello stesso giorno del suicidio del marito per dare un significato molto preciso. Il corpo della donna, nonostante l'attività investigativa non si è mai fermata, non è stato mai ritrovato. Alcune voci riferiscono che la Chindamo dopo essere stata sequestrata è stata ammazzata e data in pasto ai maiali. La sua morte sarebbe stata una vendetta. Da parte di chi e per quale ragione, le indagini non l'hanno ancora accertato. Nei mesi scorsi alcune lettere fatte recapitare all'avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Chindamo, avevano fatto indirizzare le indagini su un'area ben precisa. Le ricerche del corpo della donna, però, ad ora non hanno dato alcun risultato. Il fermo delle tre persone, si apprende da fonti investigative, è stato possibile anche tenendo in considerazioni le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, che ha parlato di Salvatore Ascone come un uomo molto vicino alla famiglia dei Mancuso di Limbadi. Il clan che in quel territorio detta legge.

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