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Matteo Salvini, pronti i controlli sui telefoni e sui conti: l'arma per svelare la verità sui fondi russi

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Caterina Spinelli
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Molto presto i magistrati di Milano potranno mettere mano ad una rogatoria da trasmettere all'autorità giudiziaria russa sulla vicenda che vede al centro la trattativa sulla compravendita, tra la Russia e l'Italia, di una partita di ben 300 milioni di tonnellate di gasolio e kerosene. Quella dalla quale - scrive Il Corriere della Sera - sarebbe dovuto derivare un finanziamento di 65 milioni di dollari destinato alla Lega di Matteo Salvini per la campagna elettorale delle ultime Europee. La rogatoria serve ai pm milanesi Gaetano Ruta e Sergio Spadaro per individuare se c'è stato un flusso di denaro tra Russia e Italia, ma anche per identificare tutti coloro che hanno partecipato il 18 ottobre scorso alla riunione d'affari nello storico Hotel Metropol di Mosca e chiedere ai colleghi russi di indagare su di loro. Leggi anche: Fondi russi, Eduard Limonov: "l'atroce verità" Dalla registrazione segreta del meeting, finita non si sa come sul sito americano Buzzfeed, emerge che alla riunione partecipavano tre russi e tre italiani. Di due russi non si capiscono i nomi, il terzo si chiama Ilya. Uno degli italiani è stato invece identificato come Gianluca Savoini, uomo della Lega e presidente dell'associazione Lombardia-Russia. Per identificare però tutti i partecipanti, è stata incaricata la Gdf di Milano di acquisire i conti correnti bancari intestati a Savoini e i tabulati delle sue utenze telefoniche in modo da accertare con chi ha avuto contatti e con chi si è incontrato, visto che consentono di tracciare gli spostamenti di chi usa il cellulare. Come quelli - prosegue il quotidiano di Fontana - per andare a un'altra riunione, di cui si fa cenno nella registrazione, che si sarebbe tenuta a Roma nei giorni precedenti al Metropol.

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