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Ong, la prova del legame con gli scafisti: "Il trafficante mi ha fatto vedere foto e messaggi con Sea Watch"

Caterina Spinelli
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A discapito di quanto venga detto dai perbenisti: esistono dei veri propri legami tra ong e scafisti. "Il trafficante libico (Lukman Zauari) mi ha detto che è in contatto con molte navi come la Sea Watch - racconta un migrante appena sbarcato a Lampedusa durante il servizio di Quarta Repubblica - ci ha fatto vedere il gps e i numeri telefonici sul cellulare. Erano almeno quattro o cinque. Lui sa sempre come contattare le ong e dove si trovano. Quando gli ho chiesto se il viaggio fosse sicuro, lui mi ha detto di non preoccuparmi, nel caso di necessità, sarebbe arrivata la Sea Watch". Poi ancora: "La mafia paga la Polizia libica, affinché le barche non vengano fermate".  Leggi anche: Carola Rackete, la prova definitiva dei suoi legami con gli scafisti C'è di più, la trasmissione su Rete 4 ha analizzato le diverse pagine Facebook seguite dal trafficante ed ecco che appaiono Open Arms, Mediterranea, Iuventa, Medici senza frontiere e Sea Watch, addirittura Matteo Salvini. Attraverso queste pagine i trafficanti riescono a monitorare la posizione delle organizzazioni minuto per minuto. Poi un immigrato si finge interessato a partire per l'Italia e contatta Luckman che lo invita a sentirsi su Whatsapp e Viber (entrambe le tecnologie vantano di una messaggistica criptata): "Il viaggio costa 1.600 euro - riferisce -. Tranquillo, non è pericoloso, io sono in contatto con la Sea Watch, anche se ora in mare c'è Open Arms, perché la Sea Watch ora è bloccata in Italia, mentre Open Arms è la più vicina, si trova a Zuara. Io vi porto nella loro direzione, vi porto lì da loro. Per farti vedere come lavoro, ti mando le foto dei contatti che ho, delle conversazioni e tutto". La telefonata che proverebbe il legame tra #Ong e scafisti. Quello che finora nessuno aveva documentato. Da #QuartaRepubblica di ieri sera ⤵️ https://t.co/FnKv4vcMzn— Nicola Porro (@NicolaPorro) July 16, 2019

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