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Lega, i servizi segreti italiani monitoravano già i movimenti di Gianluca Savoini e Claudio D'Amico

Caterina Spinelli
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Emergono nuove indiscrezioni sul caso Russiagate, che vede la Lega indagata per presunti "finanziamenti illeciti da Mosca". Le personalità ora messe alla gogna, ossia Gianluca Savoini e Claudio D'Amico, non erano nuovi ai servizi segreti italiani che li monitoravano da tempo. La conferma - riferisce Il Corriere della Sera - arriva dopo l'audizione del direttore dell'Aise Luciano Carta di fronte al Comitato di controllo parlamentare. Ma i dettagli rimangono segreti perché, come chiarisce l'alto funzionario, "è in corso un'inchiesta della magistratura milanese, dunque nulla può essere rivelato". Leggi anche: Conte accusa Salvini di "ingerenze" e medita il piano per cambiare la maggioranza Intanto al Copasir Carta assicura che "la vicenda non ha rappresentato un pericolo per la sicurezza nazionale, ma che c'è stato un continuo e crescendo attivismo" degli 007 e questo ha portato a numerosi risultati nell'attività di controspionaggio nel fronteggiare le intrusioni russe che sembrano essere aumentate proprio negli ultimi mesi. Nei prossimi giorni - prosegue il quotidiano di Fontana - il Copasir chiederà alla Procura di trasmettere tutti i documenti che è possibile rendere noti al fine di ricostruire quale sia stato il ruolo effettivo di Savoini nella trattativa con i russi registrata all'hotel Metropol nell'ottobre del 2018 quando parlava a nome della Lega. E dunque la natura del legame con il leader leghista Matteo Salvini.

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