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Carabiniere ucciso a Roma, l'americano Elder Finnegan Lee senza vergogna: "Ma è morto davvero?"

Cristina Agostini
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I due americani responsabili dell'omicidio a Roma del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega sono ognuno nella propria cella. Non possono vedere né parlare con nessuno. Elder Finnegan Lee, 19 anni, è il ragazzo che ha massacrato il carabiniere con undici coltellate. L'altro, Christian Gabriel Natale Hjorth, 18 anni, piange dietro le sbarre. Elder Lee, senza vergogna, ha chiesto: "Ma è morto davvero?", riporta il Giornale. Difficile sopravvivere ai fendenti tirati con un pugnale da marines.   Si sa che a Elder Lee la violenza piace. Nel suo college a San Francisco per poco non ha ammazzato a pugni un suo coetaneo, un'altra volta a un incontro sportivo massacrò di botte un avversario. Allora aveva sedici anni. E finì al Tribunale dei minori della California ma se la cavò in quanto minorenne e grazie ai soldi del padre. Leggi anche: Una vera arma da guerra, ecco il coltello che ha ucciso il carabiniere. Foto sconvolgente Il suo amichetto Hjorth sarà difeso dall'avvocato Francesco Petrelli, lo stesso legale che assiste attualmente anche il carabiniere Francesco Tedesco, imputato nel processo in corte d'Assise sul pestaggio subito in caserma da Stefano Cucchi. Intanto, il Dipartimento di Stato americano fa sapere che "vigilerà attentamente sulla correttezza delle indagini".

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