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Carabiniere ucciso a Roma, il buco di 24 minuti prima: cosa hanno fatto Elder Lee e Natale Hjorth?

Caterina Spinelli
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Ci sono 24 minuti di "buco" inspiegabile negli spostamenti dei due giovani americani indagati per l'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Questo il tempo passato dal momento in cui Elder Finnegan Lee e Gabriel Christian Natale Hjorth sono usciti dall'hotel Le Meridien fino all'aggressione mortale al carabiniere. Eppure - come ricorda Il Corriere della Sera - i due luoghi sono distanti appena 500 metri. Dunque che cosa hanno fatto? Hanno incontrato qualcuno? Avevano altri complici? Oppure alla rissa ha partecipato anche il mediatore dei pusher Sergio Brugiatelli?  Leggi anche: Carabiniere ucciso Roma, i misteri che aiutano gli assassini È quasi l'una della notte tra il 25 e il 26 agosto quando i due ragazzi sono a Trastevere per comprare droga e si rivolgono a Brugiatelli. Quando vanno via - ancora ignari di aver ottenuto soltanto pasticche di aspirina - si portano via il borsello del mediatore con documenti e cellulari. La fuga però, come dimostrano i filmati, comincia all'1.16, mentre dopo 16 minuti, all'1.31, fanno ingresso in hotel, distante 2 chilometri e 600 metri dalla piazza dove è avvenuta l'uccisione. Intanto Brugiatelli mette in moto gli agenti con lo scopo di recuperare il borsello. Nell'ordinanza di cattura dei due indagati il gip Chiara Gallo cita l'annotazione di servizio con cui Andrea Varriale (collega di Cerciello) dice di essere arrivato all'1.19. Solo alle 2.04 Brugiatelli chiama il 112 denunciando di aver subito l'estorsione e alle 2.10 la centrale decide di contattare proprio il cellulare di Cerciello Rega per intervenire. Il luogo e l'ora dell'incontro per effettuare lo scambio viene fissato alle 2.30, quando Brugiatelli chiama il proprio cellulare e Natale Hjorth risponde: si vedranno alle 3.15. Quello che succede poi, purtroppo è tristemente noto. I dubbi rimangono su cosa è accaduto davvero prima.

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