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Carola Rackete senza vergogna: "Fu la Germania a ordinarmi di sbarcare a Lampedusa"

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Maria Pezzi
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“So che quanto sto per dire potrebbe essere strumentalizzato da qualche partito…”: esordisce così l'attivista tedesca Carola Rackete che, dopo aver speronato a Lampedusa l'imbarcazione della guardia di  Finanza per forzare il blocco dei porti imposto dal governo italiano, ora svela, in una intervista alla tv tedesca Zdf, che fu il ministero dell'Interno tedesco a chiederle “di far registrare e portare tutti i clandestini a Lampedusa“.  Una rivelazione grave e choc. Il primo a sospettare che c'era in disegno ben preciso dietro il gravissimo gesto con il quale la Rackete ha rischiato di uccidere alcuni militari della Finanza dopo che tutti i ricorsi che l'Ong aveva tentato erano stati respinti dalla magistratura italiana e internazionale, era stato il sito di contro informazione Journalistenwatch.com. Poi era stata la volta dell'ex-capo dei servizi segreti tedeschi, Hans-Georg Maaßen, a svelare le magagne confermando quanto scritto dai cronisti di Journalistemwatch e, cioè, che sulla Sea Watch erano stati imbarcati due reporter della tv di Stato tedesca proprio per immortalare l'azione contro l'Italia della Rackete dipinta come un'eroina contro i cattivi italiani. Ma, immancabilmente, anche Maaßen  aveva dovuto subire la crocifissione mediatica e politica, accusato non solo di neo fascismo sventolando le sue simpatie per i vecchi dissapori con Angela Merkel e, soprattutto, le sue simpatie per AfD, Alternative für Deutschland ma, anche, la sua ruggine con Angela Merkel. Ora, invece, è la stessa Carola Rackete ad ammettere che, effettivamente, dietro suo gesto gravissimo ed eversivo contro il popolo e le istituzioni italiane, c'era il governo tedesco. 

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