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Sinodo, Papa Francesco nel mirino: il piano per permettere il matrimonio tra preti

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Maria Pezzi
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La battaglia è già iniziata da tempo, ma alla vigilia dei lavori del Sinodo speciale sull' Amazzonia e una ecologia integrale sull' ambiente e la sua protezione, la polemica si fa più accesa. E si allunga la lista di cardinali e uomini importanti della gerarchia ecclesiale che puntano il dito contro quello che potrebbe avvenire, che si prevede o si auspica che avvenga, nelle tre settimane di lavori in Vaticano, dal 6 al 27 ottobre. Persino il cardinale George Pell, dalla sua cella di prigione in Australia, detenuto dopo l' arresto per presunte molestie sessuali ai danni di minorenni - con tanti dubbi irrisolti - nonostante la difficile situazione, non ha esitato a divulgare un sofferto appello per evitare che questo Sinodo diventi una sorta di cavallo di Troia per introdurre idee e risoluzioni tali da scuotere le fondamenta stesse dell' istituzione della Chiesa. Ossia la fine del celibato per i sacerdoti, il sacerdozio femminile, le delicate posizioni in materia di etica, la comunione ai divorziati... Ora, a pochi giorni dell' inizio ufficiale, ecco che altri tre porporati rivolgono critiche severe all'Instrumentum laboris, il documento base dell' imminente sinodo, oltre che al generale stato di confusione in cui, a loro giudizio, la Chiesa si dibatte. i tedeschi Dopo i tedeschi Walter Brandmuller e Gerhard Muller, esprimono dubbi e preoccupazioni il cardinale Robert Sarah, originario della Guinea, prefetto della Congregazione per il culto divino, Raymond Burke, statunitense, già presidente del supremo tribunale della segnatura apostolica, e il venezuelano Jorge Urosa Savino, arcivescovo emerito di Caracas. Uomini diversi, per esperienza, formazione, sensibilità, ma uniti dalla stessa preoccupazione. Nel sito Settimo cielo, a cura del vaticanista Sandro Magister, sono riportate con la consueta puntualità e documentazione le dichiarazioni di questi ultimi giorni. In particolare colpisce quello che ha spiegato il cardinale Sarah in un' intervista al National Cattolica Register. Con la solita forza e passione, senza alcuna polemica contro l' attuale pontificato, il porporato riporta le intenzioni, espresse da più parti, di trasformare questo sinodo in «un laboratorio per la Chiesa universale» e che dopo questo sinodo «nulla sarebbe stato come prima». Se questo fosse vero, si tratterebbe di una «attività disonesta e menzognera», perché in realtà questa convocazione «ha un obiettivo locale e determinato: l' evangelizzazione dell' Amazzonia», e infatti sono pochi i vescovi invitati a partecipare. Il timore è che «alcuni dell' Occidente confischino questa assemblea per portare avanti i loro progetti. Penso in particolare all' ordinazione di uomini sposati, alla creazione di ministeri femminili o al fatto di dare una giurisdizione a dei laici. Questi punti toccano la struttura della Chiesa universale. Non potrebbero essere discussi in un sinodo particolare e locale». Per approfondire leggi anche: Papa Francesco: "Il sesso non è un peccato grave" Evangelizzazione - Il cardinale si definisce «colpito e indignato» per il fatto che «i bisogni spirituali dei poveri in Amazzonia siano presi a pretesto per sostenere progetti che sono tipici di un cristianesimo borghese e mondano». Una chiesa ricca, mondana, quella del Nord Europa - in particolare tedesca - all' attacco dei fondamenti dell' istituzione ecclesiale, che le chiese più povere, soprattutto africane, difendono questi fondamenti. Poiché queste chiese ricche finanziano quelle povere, si credono in diritto di imporre il proprio punto di vista ideologico. Sarah chiede inoltre di non farsi intimidire, di «innalzare un baluardo di preghiere e sacrifici in modo che nessuna breccia giunga a ferire la bellezza del sacerdozio cattolico». A questo proposito ricorda che papa Francesco ha sempre difeso il celibato dei preti, sostenendo che si tratta di «un dono per la Chiesa». L' ultimo intervento risale al 27 gennaio di quest' anno, di ritorno dalla giornata mondiale della gioventù di Panama. Ma le pressioni saranno forti. Francesco di recente ha ammesso di aver bisogno di preghiere, perché «il Papa è tentato, è molto assediato: solo la preghiera del suo popolo può liberarlo», come ha dichiarato nel suo incontro con i gesuiti nel recente viaggio in Africa e come riferisce su Civiltà Cattolica il direttore, padre Antonio Spadaro. di Caterina Maniaci

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