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Gay, il Tribunale dei minori affida una bimba a una coppia omosessuale

La Procura si oppone, ma la Cassazione afferma: "Impedirlo solo mero pregiudizio"

Francesca Canelli
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Solo ieri un bimbo è stato sottratto a una coppia del cremonese, perché nato in una clinica ungherese attraverso la fecondazione di un utero in affitto. Le autorità hanno così deciso di togliere il figlio alla coppia, che aveva pagato 60mila euro per l'intera operazione, sfuggendo alla legge italiana e impatriando il piccolo in Italia. Anche se il bimbo era con loro già da un anno e mezzo. Oggi un altro caso si apre sull'affidamento dei minori a genitori che non sono quelli naturali.  A Bologna, il tribunale dei minori ha affidato una bimba di tre anni a una coppia gay. Sono due uomini di mezza età che vivono insieme da tempo, lavorano e hanno un reddito abbastanza elevato. La piccola è molto affezionata ai due uomini, tanto da chiamarli "zii" benché non vi sia alcun rapporto di parentela. Il giudice ha così deciso per il sì all'affido dopo il parere favorevole dei servizi sociali. Tuttavia all'affido si è opposta la Procura del capoluogo emiliano, che ritiene i due non adeguati al compito. E che ora, dopo la decisione del giudice, potrebbe decidere di impugnare il provvedimento. A emettere la sentenza il giudice Giuseppe Spadaro, che ha ritenuto la coppia omosessuale in grado di occuparsi della bimba. La legge esclude le coppie non sposate solo per quanto riguarda l'adozione, mentre per l'affidamento temporaneo (ovvero che non taglia i legami con i genitori naturali), la legislazione è meno rigida. Tanto da poter essere applicata anche a una comunità allargata o addirittura a un single. Del resto, lo scorso gennaio, era stata la stessa Cassazione a pronunciarsi in favore delle coppie gay, affermando che "sostenere che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale è un mero pregiudizio".

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