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Luciana Breggia, il magistrato pro immigrati fa un tour in teatro in difesa degli sbarchi

Caterina Spinelli
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"L'imparzialità di cui deve essere dotato il giudice non è intesa in maniera formale ma in modo sostanziale. Infatti il giudice non deve solo essere ma anche apparire all'esterno imparziale". Il diritto penale parla chiaro, ma forse non per tutti. Luciana Breggia, ad esempio, è una di quelle togate che va in giro a predicare ciò che - per lei - è giusto o sbagliato. Presidente della sezione immigrazione del tribunale di Firenze, la Breggia era passata agli "onori" della cronaca per aver rigettato il ricorso del Viminale contro l'iscrizione all'anagrafe di un richiedente asilo. Leggi anche: Salvini da Giletti, il motivo di un trionfo in una frase: "Non sono un fascista, ma..." "Io ho sempre applicato le norme, naturalmente interpretandole con rigore e imparzialità - assicura a Repubblica -. Ma il giudice - e qui subentra il problema - ha una testa e un cuore, non è disincarnato. Avere un pensiero ed esprimerlo lo rende anzi più trasparente. Il giudice parziale, quello che sfoga nei suoi provvedimenti un sentire di parte, è un giudice muto". O magari solo un giudice giusto che si attiene alla deontologia del proprio mestiere. E così, per non farsi mancare nulla, la Breggia ha ben pensato di dar vita a un tour teatrale davanti a niente di meno che la platea di magistrati, avvocati ed esperti di immigrazione riuniti a Lampedusa da Area democratica per la giustizia e Asgi. Anche loro in via del tutto teorica con l'obbligo di rimanere neutrali. 

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