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Terremoto, in Italia il rischio big one: "Le scosse legate a quelle de L'Aquila del 2009"

Cristina Agostini
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In Italia c'è un altissimo rischio sismico e un evento di entità superiore non è prevedibile. Una certezza però esiste: "Le scosse di terremoto di sabato sera sono legate a quelle de L'Aquila del 2009. Sono la dimostrazione che il volume crostale deve ancora trovare un proprio equilibrio in quell'area e che c'è dell'energia da liberare ma non sappiamo se, dove o quando lo farà", spiega Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a Il Messaggero. I due episodi sismici che hanno terrorizzato il 7 dicembre gli abruzzesi "sono normali in quell'area" perché "tutto l'Appennino è una catena fortemente sismica". Leggi anche: Terremoto di 4.5 al Mugello: "Nessuna allerta, vogliamo 300 morti in piena notte?" Per quanto riguarda un possibile "Big one", continua Doglioni, va chiarito che "in realtà ogni sisma ha delle caratteristiche tettoniche e una magnitudo da sviluppare: in California ad esempio, non può esserci un terremoto forte come nel 1960 in Cile con una magnitudo da 9,5". Allo stesso modo, conclude, "in Italia non può esserci una scossa superiore a 7,5". Tuttavia ci sono aree più esposte di altre e basta guardare alla storia: uno dei terremoti più forti di cui si è a conoscenza c'è stato nel Seicento in Sicilia, nell'area di Noto: "In quell'area è probabile che le scosse torneranno ma è impossibile capire quando e come".

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