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Napoli, nella metro Piscinola-Scampia s'inaugura "Lo Scambiapassi", tempio permanente delle "Arti in viaggio"

Giuliana Covella
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Alla nuova stazione metropolitana di Piscinola-Scampia a Napoli tutto parla d'Europa con quella che è, a tutti gli effetti, una galleria d'arte contemporanea al di sotto di binari e convogli. “Lo Scambiapassi”, tempio permanente della musica che coinvolge le “Arti tutte in viaggio” è stato inaugurato da Vincenzo De Luca (presidente della Regione Campania), Umberto De Gregorio, (presidente EAV) e Maria Pia Incutti (presidente della Fondazione Plart). Architettura, fotografia, musica e arte si incontrano in un nuovo spazio urbano condiviso, elaborando una fusione completa tra l'elemento sonoro, luminoso e visivo. Un progetto ideato e organizzato dalla Fondazione Plart di Napoli nell'ambito della riqualificazione urbanistica attivata dalla Regione attraverso EAV per il rifacimento della stazione metropolitana di Piscinola-Scampia. «Un modo di estendere e ampliare il senso stesso di museo - spiega Maria Pia Incutti, presidente Fondazione Plart - da luogo custode dell'identità a luogo capace di mobilitare e germogliare nuova identità nello spazio sociale». «“Scambiapassi” rappresenta un esempio di riscatto della periferia - ha detto De Luca - che, grazie a un'offerta di servizi e cultura integrata, riesce a ridurre la distanza del centro. Da Scampia a Napoli il collegamento non è rappresentato semplicemente da una tratta della metropolitana. È molto di più. È un viaggio sensoriale, con il quale la creatività dell'arte urbana e il bel canto della tradizione napoletana accompagnano il viaggiatore-spettatore lungo un percorso di colori, immagini e suoni, che diventa simbolicamente un percorso di bellezza, rinascita e riscatto sociale». Si inaugura così un nuovo tragitto, nel quale «non si incontra più il degrado - ha spiegato De Gregorio - spostandosi dal centro alla periferia, ma bellezza».  Il contenitore architettonico di “Scambiapassi" è lo spazio in cui nasce “un museo di terza generazione per la musica sperimentale napoletana”, come l'hanno definito i suoi progettisti Cherubino Gambardella e Simona Ottieri. Un'operazione extra-museale in cui trovano accoglienza i progetti artistici di Luciano Romano, Enzo Palumbo e Gian Maria Tosatti. “Song ‘e mare”, del fotografo Luciano Romano, è un'installazione di quattordici ritratti in bianco e nero di musicisti e cantanti napoletani: Enrico Caruso, Pino Daniele (interpretati da due attori presi di spalle), Lina Sastri, James Senese, Teresa De Sio,Enzo Avitabile, Eugenio Bennato, Lino Vairetti, Enzo Gragnaniello, Raiz, Meg, Francesco Di Bella, Daniele Sanzone (‘A 67) e gli ‘o Rom. Scatti a figura intera, posti l'uno accanto all'altro, lungo la stessa linea d'orizzonte del mare, come maestosa cornice di un cammino suggestivo, percorribile mentre risuona la loro musica, attraverso l'installazione sonora a cura di Désirée Klain (Da Caruso agli ‘A 67). “Elegia di Scampia” di Gian Maria Tosatti è un'opera dedicata alla profonda umanità delle persone conosciute nel quartiere durante gli anni napoletani dell'artista. Infine “Tracce di rissa” è il titolo scelto da Enzo Palumbo per un lavoro che trae origine dal “moto del desiderio”, delineando, mediante l'esercizio percettivo, una forma plastica, basata sull'alternanza irregolare/regolare.   di Giuliana Covella

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