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Coronavirus, atterrato a Pratica di Mare l'aereo con 56 italiani. Cecchignola in rivolta: "Non li vogliamo"

Davide Locano
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È arrivato intorno alle 10 del mattino il Boeing KC 767 dell'Aeronautica militare con a bordo gli italiani rimpatriati da Wuhan, la città cinese da cui si è diffuso il coronavirus. Atterrato a Pratica di Mare con 56 connazionali, uno in meno del previsto: un ragazzo di 20 anni infatti è stato costretto a rimanere a Wuhan a causa delle febbre. Il protocollo delle autorità locali, infatti, prevede che chi ha sintomi che potrebbero essere riconducibili al coronavirus non può lasciare il Paese. Altri dieci italiani hanno scelto di restare a Wuhan. Nel primo pomeriggio di lunedì si è appreso che nessuno degli sbarcati presenta i sintomi del coronavirus, che come è noto però può essere trasmesso anche tra soggetti asintomatici. Leggi anche: Coronavirus, scienziati Usa: "Oltre 100mila i contagi" Il volo, partito in piena notte, è arrivato con un poco di ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente. Ora gli italiani verranno trasferiti alla cittadella militare della Cecchignola, a Roma sud, dove trascorreranno un periodo di isolamento lungo 14 giorni. Dopo l'atterraggio, verrà effettuato un nuovo screening sui 56 sbarcati: i casi sospetti verranno isolati. In caso di anomali verrà disposto l'immediato trasferimento allo Spallanzani. Per inciso, riferisce Il Giornale, i residenti dell'area della Cecchignola, dove andranno gli sbarcati, non ci stanno e fanno sentire la loro voce: hanno para del virus e del possibile contagio. "Non capiamo perché queste persone debbano essere ospitate negli appartamenti del Centro sportivo esercito - spiegano i residenti -. Ci è stato detto che possono circolare all'interno di quell'area militare. Sia chiaro che non ce l'abbiamo con loro, ma siamo preoccupati. Chi ci dice che il coronavirus non possa trasmettersi in maniera più semplice di quella che ci viene indicata?", concludono.

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