L’avrebbero strattonata, presa per un braccio e trascinata via, lontano qualche passo dai giochi dove mamma e papà l’avevano lasciata per qualche istante controllandola da lontano. Sabato sera una bimba di poco più di un anno sarebbe stata “rapita” mentre giocava sui gonfiabili alla festa comunale di Roccafranca, comune del bresciano. A leggerla così sembrerebbe la trama di un incubo, di una delle tante leggende metropolitane che disturbano i sogni dei genitori. Invece tutto è successo davvero, anche se ancora oggi rimangono molti aspetti da chiarire ad iniziare dal ruolo delle due fermate, che questa mattina sapranno se verrà convalidato il fermo disposto dall’autorità giudiziaria. L’indagine è coordinata dai carabinieri di Brescia e di Chiari che stanno cercando di dipanare la matassa per chiarire in ogni aspetto l’episodio. La festa - Il presunto tentativo di sequestro sarebbe avvenuto nella tarda serata di sabato, con tutto il paese riunito per la «Festa del mais quarantino». Tutto sarebbe successo in attimo, il momento in cui la madre della piccola era a poca distanza dai giochi. All’improvviso una giovane marocchina e una sua connazionale avrebbero preso per mano con forza la bambina cercando di allontanarsi confondendosi tra la folla. La pronta reazione dei genitori e di un agente della polizia locale, che si trovava alla festa pur non essendo in servizio, assieme alla collaborazione di altre decine di persone che hanno circondato la donna bloccandola, ha evitato il peggio. Momenti di altissima tensione, col linciaggio delle due straniere evitato solo dal buon senso di alcuni presenti che hanno ripreso la bambina consegnandola all’abbraccio della legittima madre. I militari, arrivati dalla vicina stazione di Rudiano, hanno identificato e fermato le due marocchine. Le due accusate, che non hanno neppure cercato di giustificarsi davanti ai carabinieri, sono state «trattenute» in stato di fermo con l’accusa di tentato sequestro di un minore. Silenzio assoluto - Una storia complicata su cui la Procura ha imposto il silenzio più assoluto. Le testimonianze confermerebbero è che non si sarebbe trattato di un equivoco e che le due donne si stavano realmente allontanando con la bambina strappata ai genitori. Nell’interrogatorio di oggi gli inquirenti dovranno sciogliere diversi dubbi, ad iniziare dal movente di un sequestro che in queste circostanze apparirebbe alquanto anomalo. Le due accusate, infatti, non avrebbero proferito parola, limitandosi a chiamare un avvocato di fiducia che le difenderà nell’interrogatorio di garanzia di questa mattina. Davanti alle due marocchine gli inquirenti dovranno pesare la ricostruzione presa a verbale di decine di persone, pronte a giurare che la bambina sia stata «portata via» con la forza. di GIUSEPPE SPATOLA
