La prima lettera per Gennaro De Tommaso, alias "Genny 'a carogna", il capo ultra che sabato 3 maggio durante la finale di Coppa Italia avrebbe "deciso" di far giocare la partita, era stata recapitata due giorni fa a Il Mattino con un contenuto inquietante: un proiettile, fissato con il nastro adesivo a una lettera. "Stai attento, avanzo di galera - si leggeva nella lettera - Hai le ore contate. Penserai che sia una semplice minaccia. Aspetta e vedrai. Morte agli ultras!!! Carogna, attento a te, ai tuoi familiari e a tutti quei coglioni che sono alle tue spalle!". La seconda è arrivata ieri al centro sportivo del Calcio Napoli a Castel Volturno. La lettera - Tra le richieste di autografi e incontri che ogni giorno arrivano ai giocatori del Napoli calcio, ieri c'era anche una busta gialla che presentava un rigonfiamento sospetto, lo stesso che avava fatto dubitare la redazione de Il Mattino. La segretaria ha così avvisato la polizia che ha sequestrato il materiale. Come riporta il quotidiano campano "la missiva era regolarmente affrancata ma non timbrata e - proprio come quella già consegnata al nostro giornale - conteneva due fogli formato A4 e un proiettile 9x21 parabellum, fissato con lo scotch alla fine delle 18 righe di veleni e minacce contro il tifoso: Genny deve pagare". La prima lettera e le accuse al Napoli - Già nella prima lettera del 7 maggio le minacce si riferivano al Napoli calcio e anche ai mass media, rei di aver diffuso notizie false. Dopo l'allerta per Gennaro Di Tommaso, seguivano quelle alla società. "Anche voi della Società Calcio Napoli non siete esenti da responsabilità, così come i mass media che pubblicano solo ciò che fa loro comodo. Questa farsa è stata organizzata con l'assenso della federazione calcio e con la collaborazione dell'operatore tv della Rai. Vi seguiremo nei vostri spostamenti ed al momento opportuno colpiremo!! Che il tifoso napoletano ferito a Roma muoia a presto!! Non dorma tranquillo nemmeno il cronista Tv. Ogni promessa è un debito".