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Ugo Russo ucciso dal carabiniere a Napoli. La Iavarone: "Era già noto ai servizi sociali, e suo padre..."

Maria Luisa Iavarone Ugo Russo

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"Era conosciuto ai servizi sociali". La verità su Ugo Russo, il 15enne uccido da un carabiniere a Napoli dopo aver tentato una rapina, arriva da Maria Luisa Iavarone, docente partenopea conosciuta anche in tv per il suo impegno sociale. Oltre al fatto di cronaca, drammatico, ha destato scalpore la reazione dei familiari della vittima, protagonisti di un vero e proprio blitz militare in ospedale per "vendicarsi" della morte del ragazzo. 

"Grande sostegno ai medici e agli operatori sanitari del Pellegrini - spiega intervistata da Radio CRC -. Lì ho trovato uno spiegamento di forze, energie, enorme. Erano tutti a supporto dei colleghi, cercando di ripristinare al più presto il pronto soccorso. Sono arrivati prima in 30, poi sono arrivati ad un centinaio, sfondando la porta del pronto soccorso a spallate, distruggendo tutto e provocando anche delle fiamme. Una scena apocalittica consumata sotto gli occhi di pazienti anche in codice rosso. Mi dispiace moltissimo, naturalmente, per il ragazzo, ma mi dispiace anche molto per quel giovane carabiniere, che vedrà anche la sua vita spezzata". 

"Conosco la sensazione che ha provato la mamma, ti senti del tutto devastata emotivamente e paralizzata, quindi non comprendo come una devastazione emotiva paralizzante possa concludersi con un episodio del genere - prosegue -. C'è stata una rappresaglia in stile Narcos, come se lo Stato fosse un clan rivale. Chi pensa di andare a sparare sotto la caserma dei Carabinieri è un imbecille e un deficiente. La cosa grave è che pensi di poterlo fare. Dietro questa brutta storia, di un ragazzo che viveva una vita abbandonata, tu, genitore, ti scrolli di dosso ogni responsabilità? Il padre lascia delle dichiarazioni, a caldo, assurde. Il padre afferma che era probabile che il figlio stesse facendo una rapina. Io non credo che sia una giustificazione che il ragazzo facesse quattro lavori a nero, alla sua età doveva andare a scuola e fare sport, essendo ancora nell'età dell'obbligo. Conosco parroci che denunciano alcuni ragazzini ai servizi sociali, che intervengono quando ormai i ragazzi hanno superato l'età dell'obbligo. Ugo era già stato sanzionato ai servizi sociali, e il padre, che afferma di essere ormai lontano dal delinquere, si vede che non ha imparato nulla".

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