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Coronavirus, il racconto drammatico: "Mio padre morto senza cure, non c'era posto in terapia intensiva"

Coronavirus, ospedale

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Suo padre è morto, senza cure, perché non c'era più posto in terapia intensiva. Orietta S. ha visto suo papà vivo per l'ultima volta mentre saliva su un'ambulanza. Poi più nulla. Se non, qualche giorno dopo una cassa di legno chiusa al cimitero con dentro la sua salma.


Dino si è spento nell'ospedale di Crema lunedì 2 marzo. "So solo che, quando ho chiamato domenica, mi ha risposto un medico che era molto preso. Mi ha detto: 'Signora, deve capire, noi siamo nella me***. Il papà è intubato e sedato in sala operatoria, in attesa che si liberi un posto in terapia intensiva'. L' ho pregato di darmi qualche notizia. Erano le 3 del pomeriggio e il papà è morto alle 8 e mezzo di sera. Nessuno mi ha detto nulla, non so ancora che cosa sia successo", racconta Orietta a La Stampa.

"Il giorno dopo si è presentato a casa il maresciallo dei carabinieri. Non so dire che cosa ho provato quando l' ho visto: avevo già capito". Continua: "Mio padre non ha mai avuto i sintomi del coronavirus. Martedì 25 febbraio è caduto in casa. Mi ha detto che aveva avuto un giramento di testa. E anche nei giorni successivi diceva di sentirsi stanco. Così venerdì ho chiamato il medico per un controllo. È stato lui ad accorgersi che aveva un focolaio al polmone e ha chiesto l'intervento di un' ambulanza. Ha chiamato quattro ospedali, ma erano tutti al collasso. Alla fine ha trovato posto a Crema: erano le 5 del pomeriggio di venerdì 28 febbraio". Dino aveva 80 anni ma era "un uomo in forma", spiega ancora Orietta. "Era lucidissimo. Prendeva le pastiglie per la pressione e niente più".

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