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Coronavirus, la rivolta dei rider contro il decreto Conte: "Noi a rischio contagio e senza tuteli"

Coronavirus, rider

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Rivolta dei rider contro il decreto sul coronavirus che li esclude dalle restrizioni: "Riteniamo la situazione molto grave e per noi fermare il contagio viene prima di qualsiasi altra cosa. Se distribuire cibo a casa diviene indispensabile, ci devono pensare lo Stato, la Protezione Civile e gli organi preposti. Noi ci fermiamo! Invitiamo le/i riders ad astenersi dal servizio fino a tutta la durata dell'ordinanza restrittiva", scrive in un post su Facebook la Riders Union Bologna, che riunisce la stragrande maggioranza dei ciclofattorini in città.

"Sentiamo di farlo ancor di più ora, visto che le indicazioni di sicurezza fornite dal Governo non sono possibili da rispettare per le app del food delivery. Non lo sono a maggior ragione da oggi quando abbiamo scoperto incredibilmente di trovarci davanti a un'irresponsabile liberalizzazione delle attività di consegna a domicilio. Sembra quasi che esse siano diventate un servizio pubblico indispensabile al pari della sanità, delle farmacie, dei negozi di generi alimentari: un servizio essenziale che dovremmo svolgere noi senza tutele, invisibili di questa economia", si legge ancora.

Un tema che non è sfuggito a Confesercenti che mette in luce alcune contraddizioni presenti nel decreto: "Rimangono dubbi sulle agenzie di viaggio, sulle imprese di ristorazione non esplicitamente nominate dal decreto, sui servizi d' asporto in loco e a domicilio, sulle attività ricettive con servizio di ristorazione, come anche per i bar-tabacchi e ancora molti altri casi".
 

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