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Coronavirus, come tenersi l'amante durante la quarantena: chat segrete e supermercato

Giordano Tedoldi
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Non senza qualche sbadiglio, già abbiamo preso atto di molti articoli che, parafrasando un celebre romanzo di Gabriel Garcia Márquez, sviscerano l' amore al tempo del Coronavirus. Ma non si occupavano, evidentemente, dell' amore clandestino, fedifrago, adulterino, proibito e illecito che in tempi di quarantena globale rischia l' ecatombe in virtù della forzata separazione degli amanti e della simultanea coatta e virtuosa congiunzione dei coniugi. Immaginiamo quale quantità di stratagemmi e loschissimi sotterfugi stiano mettendo in opera gli adulteri per non spezzare il labile filo della loro passione.

Di certi molti messaggini in chat di "app" russe insondabili pure agli ex esperti del KGB con allegate foto tra l' apocalittico e il pecoreccio presto godute e cancellate, mail cifrate e allusive oppure estesamente descrittive con i dettagli noiosissimi delle giornate trascorse accanto al marito o alla moglie o ai figli o ai suoceri e il resto della tribù, e queste davvero possono essere il colpo di grazia per qualunque amore, anche il più indiavolato. E la speranza, dell' amante rispetto al marito o alla moglie, che lui o lei, costretto alla fedeltà per interminabili settimane, non ci prenda gusto e, finita l' emergenza (come tutti ci auguriamo, in amore o non), animato da nobili pensieri di redenzione, non dichiari finita quella relazione di certo immorale che però divertiva tanto.

La fiaccola - Già, come tenere accesa la fiaccola dell' amore proditorio? Appuntamenti nel primo pomeriggio in fremente coda distanziata al supermercato? E una volta dentro, sguardi eloquenti, nonostante le mascherine, a un metro e mezzo di distanza e conversazioni in sordina da due reparti differenti? Appuntamenti galanti tenendo al guinzaglio cani stremati da minzioni e defecazioni e passeggiate così lunghe e reiterate che stramazzerebbero Zanna Bianca? Telefonate stile "Buonasera dottore" nelle due versioni storiche, Alberto Lupo e Raimondo Vianello - e Sandra Mondaini: «Guarda tu se questo cretino per incontrarsi con l' amante deve sorbirsi tutte le sere la canzone di Claudia Mori» - oppure fugaci sbaciucchiamenti "smart" in videoconferenza? E le rassicurazioni all' inevitabile «ma non è che ti stai innamorando di nuovo di tua moglie?» oppure il veleno del «come sta tua moglie? Mi sembra che ti prendi più cura di lei che di me» o anche la sublime ipocrisia del «forse, in una situazione come questa, è meglio che non ci vediamo più, lei ha bisogno di te» al quale segue l' intramontabile: «ma no, che c' entra».

La natura umana - Già, perché per quanto catastrofica la situazione sia (e lo è più di quanto chiunque si aspettasse), alligna nella natura umana una stolida tendenza, finché le riesce, ad andare avanti come se niente fosse e a trovare persino eccitante e avventuroso che si debbano fare i salti mortali per vedere l' amante (o magari anche farsene uno per alleviare la quarantena, ché mica si può sopravvivere ascoltando i consigli degli "intellettuali", cioè chiunque, che sui social dilagano incontinenti con elenchi folcloristici di libri e film e musiche, piuttosto ci spariamo) o perlomeno tenere alto il suo interesse, intrattenerlo, fare manutenzione degli affetti anche quelli inconfessabili. Del resto, non si può credere che il quadro di famiglie ricomposte e unite e sottomesse alla convivenza profilattica sia tutta la realtà, e che dietro questa immagine edificante non covi il più perturbante e maleodorante brulicare di altri amori non dichiarati e magari anche multipli e rigorosamente non necessari.
Già, l' amore non necessario, di questi tempi, può essere una boccata d' ossigeno. Ma di nuovo, come fare? Ora che s' annunciano ulteriori strette sulla preziosa libertà di varcare la soglia di casa, in tempi in cui già il passeggiare in strada per non acquisire una prematura invalidità degli arti inferiori è difficile senza essere apostrofato "untore!" da qualche quarantenato molto engagé alla finestra (mai che si facessero i casi loro, ma che fanno affacciati? Non dovevano leggere La peste di Camus, come da suggerimento dei sapienti?) e in cui, grazie alla inequivoca ambiguità delle disposizioni governative, non si capisce se si può fare ginnastica o no al parco, e con chi, con l' amante o col cane addestrato (e se le due cose coincidono?).

Più asettici - La situazione, intanto che si cerca di non impazzire chiusi in casa con i "propri cari", intanto che si fa di necessità virtù, è che l' amore al tempo del Coronavirus rischia di essere una gran delusione, anche quello eccitante per eccellenza, cioè quello in cui c' è un "passeggero segreto" non visto e non sospettato. Purtroppo, qui il rischio è che il "passeggero segreto" non sia né quello di Joseph Conrad, né il corpo bramato dell' amante, ma lo scolorito virus. Diventeremo tutti più asettici e puritani e rigidi e spietatamente moralistici, più di quanto già eravamo grazie allo sguardo in cagnesco del movimento #MeToo, che in tempi non sospetti ci aveva perentoriamente distanziati di abbondanti metri e mezzi, quando il rischio era la molestia, prima che subentrasse il contagio?
Continueremo a toglierci libertà e a conculcare passioni e impulsi e carnalità (nonostante tutto il cianciare nella pubblicistica accigliata, femminista e non solo, di "corpi", sempre più astratti, generici e meramente verbali) anche a emergenza finita (che Dio voglia) credendo che sia la strada verso più diritti, più eguaglianza, più rispetto e più identificazione con il migliore dei mondi possibili del Dottor Pangloss?
C' è già molta gente entusiasta e dissennata (anche poeti famosi) che dice con voce soave avvolta da melodie new-age che il virus è un bene, che ci dovevamo calmare, che eravamo troppo superbi, e in un Paese come il nostro, dove la predica colpevolizzante nonché rigorosamente sprovvista di appoggio scientifico è il genere letterario di maggiore successo, non c' è proprio da stare allegri. L' amore, forse, non ci salverà. Ma lo sapevamo già.

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