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Coronavirus, a Milano morti triplicati: “Se la città riparte, l'epidemia esplode”

Un senzatetto a Milano

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In Lombardia i numeri sul coronavirus cominciano a migliorare, ma "non possiamo scongiurare il pericolo che l'epidemia riprenda". Lo spiega, in una intervista al Corriere della sera, Vittorio Demicheli epidemiologo dell'Unità di crisi della Regione Lombardia. Anche perché a Milano domenica ci sono stati centododici morti in un giorno. È quasi tre volte sopra la media. "Tutta la Lombardia sta rallentando, anche Milano. Nel capoluogo il contagio è partito più tardi, è cresciuto meno rispetto ad altre zone e ha beneficiato precocemente degli interventi di distanziamento sociale, ma resta una grande metropoli. Se si rimette in moto senza cautele, la possibilità che esploda un nuovo focolaio c'è ed è maggiore che in altre zone. Non abbiamo ancora alternative rispetto allo stare tutti fermi. Il virus ha ancora tantissima possibilità di contagiare".

 


La situazione non è sotto controllo? "No. Pur avendo fatto disastri, da un punto di vista della dinamica epidemica il virus ha interessato un numero troppo piccolo di persone (che quindi hanno contratto l'immunità) perché la possibilità che l'epidemia riprenda sia scongiurata. Dobbiamo immaginare una prospettiva molto lunga nella quale teniamo vietate le attività a più alto rischio contagio. So che è difficile accettarlo, ma temo che dovremo dimenticarci le partite di calcio o i concerti negli stadi per un po' di tempo".

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