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Coronavirus, i giorni difficili delle prostitute: tutti in quarantena, ridotte sul lastrico

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Il dramma della prostitute stradali, in particolare delle nigeriane, sotto ricatto e costrette a prostituirsi per ripagare il debito con cui sono state portate in Italia si accentua con la crisi del coronavirus. Pochissime ragazze vanno ancora in strada, visti i rischi di essere denunciate e di contrarre il Covid-19, e in tante non sanno come arrivare a fine mese: non hanno abbastanza soldi per pagare l’affitto o per fare la spesa, e alcune hanno anche dei figli a carico. “La situazione è tragica: pochi giorni fa ci è stato segnalato un caso di quattro ragazze nigeriane vittime di tratta rimaste chiuse in casa senza cibo, perché la madame non vuole farle uscire per paura che si ammalino”, racconta Andrea Morniroli della cooperativa Dedalus, portavoce della Piattaforma nazionale antitratta.

 

 

"Le nigeriane sono totalmente sparite dalla strada: sono fragilissime, spesso non sanno leggere e scrivere, non sanno accedere a strumenti online e non hanno clienti fissi che le cercano. E così non riescono a guadagnare nulla: non ripagano il debito.  Diversa è la situazione delle ragazze dell’est, che spesso hanno un ‘protettore’: alcune di loro sono obbligate ad andare in strada anche adesso, mettendo a rischio loro stesse e i clienti. Infine ci sono le prostitute cinesi: anche loro hanno ricevuto l’ordine di stare in casa e di non avere contatti con gli italiani, che ora sono considerati infetti”, conclude Morniroli

 

 

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