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Coronavirus, Luca Ricolfi e la gravissima accusa al governo: "I morti sono tre volte tanto. Lo sanno, ma lo nascondono"

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Accuse pesantissime contro il governo e contro Giuseppe Conte, quelle mosse da Luca Ricolfi. "L'evidenza che suggerisce che i numeri non sono quelli ufficiali è frammentaria, ma molto convincente perché tutti gli indizi convergono nel farci ritenere che il numero di morti potrebbe essere il triplo dei morti rilevati dalla Protezione Civile, e che la mortalità al Sud potrebbe essere anche 10 volte quella ufficiale", premette in un'intervista a Il Giornale. Dunque, il governo sottostima il contagio? No, per Ricolfi la realtà sarebbe ben peggiore: "Non credo che le autorità sottostimino la diffusione, semplicemente non vogliono che anche noi sappiamo quel che loro sanno perfettamente". Insomma, come da titolo dell'intervista, secondo Ricolfi "i morti sono il triplo di quelli ufficiali. Il governo lo sa e lo tiene nascosto".

 

Dunque, si parla del lockdown: serve nella lotta alla pandemia? "Sì e no. Sì, perché, dopo il duplice lockdown del 5 e del 9 marzo, il numero giornaliero di nuovi contagiati ha quasi immediatamente smesso di crescere, (almeno secondo la ricostruzione della Fondazione Hume, basata sulla dinamica recente delle morti e delle ospedalizzazioni). Ma attenzione: meno nuovi contagi quotidiani - rimarca Ricolfi - non significa che si è fermato il contagio, ma solo che il numero di nuovi infetti cresce a un ritmo via via più lento". Insomma, il lockdown e la segretazione non si stanno dimostrando decisivi.

 

"Al tempo stesso - riprende Ricolfi -, però, non si può non rilevare che la curva di discesa è estremamente lenta, e questo è precisa responsabilità del governo, che non solo si è preso l'enorme responsabilità di ritardare di 2 settimane il lockdown totale (è dal 25 febbraio che c'erano gli elementi per capire che bisognava fermare tutto), ma non ha ancora fatto T-M-T, ossia le tre cose che avrebbero potuto abbreviare il percorso di uscita". E se vi state chiedendo cosa significhi T-M-T, Ricolfi lo mette subito in chiaro: "T come tamponi di massa, M come mascherine per tutti, T come tracciamento dei casi positivi e dei loro contatti", conclude.

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