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Coronavirus, la drammatica analisi dei ricercatori italiani: "Se non si rispettano le misure, avremo 70mila morti entro fine anno"

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Abbassare la guardia durante la Fase 2 potrebbe essere letale. L'allarme arriva dalle analisi della ricercatrice Giulia Giordano, in collaborazione con ingegneri delle università di Trento, di Udine e del Politecnico di Milano, insieme con i medici del San Matteo di Pavia. Tra questi c'è anche Raffaele Bruno, l’infettivologo che ha curato il “paziente uno”. Nello studio sul coronavirus si evince uno scenario drammatico: 70mila morti in Italia soltanto nel primo anno di pandemia con il virus attivo anche alla fine del 2020.

"Abbiamo fatto almeno tre ipotesi diverse: con il mantenimento di un lockdown ferreo l’epidemia si esaurirebbe in uno o due mesi - racconta la ricercatrice in un'intervista a Repubblica -. Passando alla fase due senza tamponi e senza controllo dei contatti potremmo arrivare a 70 mila vittime e i contagi resterebbero sostenuti: alla fine dell'anno l'epidemia sarebbe ancora in corso e la conta dei morti continuerebbe nel 2021. Allentando il lockdown, ma mantenendo l’attenzione estremamente alta sui nuovi focolai, con test fatti rapidamente ed estensivamente, l’epidemia resterebbe più o meno ai livelli di contrazione attuale, con un tasso di replicazione di 0,77, leggermente superiore a quello di oggi, e si concluderebbe entro l'anno con un numero totale di vittime fra 30 e 35 mila".

 

 

Per evitare le ipotesi peggiori, secondo gli esperti, è necessario far leva sul "tracciamento aggressivo", ossia adottare tutte quelle misure che permettono di identificare precocemente i positivi e interrompere le catene di contagio, In sostanza, "solo un tracciamento aggressivo ci permetterà di allentare il lockdown senza conseguenze gravi". 

 

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